14.42 – 14.52 DIECI MINUTI D’ORO. TAMBERI E JACOBS FANNO LA STORIA

Il velocista: «Era il mio sogno da bambino: ho corso più che potevo. Domani non vedo l’ora di sentire l’inno». Il saltatore: «E’ stato qualcosa di stratosferico: non dormirò mai più»

Gianmarco Tamberi è per pochi minuti il primo a vincere dei due italiani. Medaglia d’oro nel salto in alto ai Giochi di Tokyo in una gara fantastica. L’italiano incassa con cinque anni di ritardo quello che avrebbe potuto vincere a Rio de Janeiro e che soltanto un infortunio gli tolse poco prima delle Olimpiadi. Un epilogo da brividi per una gara che l’italiano ha condotto senza mai sbagliare dai 2,19, quota d’entrata, ai 2,37. Poi i tre errori a 2,39 così come il favorito della gara Mulaz Essa Barshim del Qatar. Sono pari e a quel punto devono decidere: tornare indietro risaltando tutte le misure che si sono già lasciati alle spalle, oppure accordarsi e vincere entrambi l’oro. I due si guardano, non dicono neanche una parola e scoppiano a piangere. Oro pari merito per Tamberi e Barshim, bronzo al bielorusso Maksim Nedasekau. Tutti con la misura di 2,37.

«Qualcosa di stratosferico: non dormirò mai più – ha detto Tamberi – . Dopo l’infortunio ho pianto tanto, ma poi mi sono detto che ci dovevo credere e ce l’ho fatta». 

Esplode incontenibile la gioia di Tamberi che con il tricolore addosso inizia a correre, abbraccia anche le ragazze del triplo che hanno appena finito la gara (con primato del mondo della venezuelana Rojas a 15,67), porta il gesso dell’infortunio in pista mentre il padre-allenatore Marco è in lacrime in tribuna.

Parte la finale dei 100 e l’incredibile epilogo è l’abbraccio subito dopo l’arrivo con Marcell Lamont Jacobs, l’italiano che firma un’altra pagina di storia, battendo tutti. Piangono insieme coprendosi con un unico tricolore. Fratelli d’Italia, sono nella leggenda.

Jacobs ha vinto l’oro olimpico correndo in 9’’80, entrando dalla porta principale nel mito dello sport azzurro, dato che mai nessun italiano in 125 anni di Olimpiadi aveva nemmeno partecipato alla finale dei 100 metri.

Renato Trincanato
La vita...è un viaggio. Dunque, viaggiate! Chi sono io? Prima di tutto sono fin troppo razionale...l'istinto lo uso molto poco e prima di fare delle scelte devo pensare parecchio. Sono molto realista, non mi creo illusioni, non spero in cose su cui non c'è più speranza. Accetto la realtà,ma spesso non la condivido. Sono anche romantico sotto un certo punto di vista. Sono permaloso (nei limiti): una battuta a cavolo nel momento sbagliato sul mio carattere, sul mio abbigliamento o su qualsiasi altra cosa può essere fatale per la mia ira... Sono nervoso perennemente, credo...mi preoccupo per mille persone e prima di qualche prova importante sono sempre in tensione. Sono anche molto altruista, se un amico/a ha bisogno di sfogarsi io ci sono in qualsiasi momento, garantito. Sono io.
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