Scheletro infestato di ben 24 metri lascia tutti senza parole: ecco i dettagli e le curiosità della vicenda
24 metri di puro terrore e mistero in un’ex chiesa medievale: scopri lo scheletro gigante di Calamita Cosmica. La fusione tra arte contemporanea e storia religiosa si manifesta con questa affascinante installazione, che attira visitatori da ogni dove, e promette di incantare anche i più scettici. Situato a Foligno, in Umbria, questo capolavoro di Gino De Dominicis si distingue per la sua grandezza e per il fascino che sprigiona, rendendolo un pezzo unico nell’arte contemporanea.
All’interno di un’atmosfera storica come quella di Foligno, la Calamita Cosmica, conosciuta anche con il soprannome di Scheletrone, si staglia maestosa. Con i suoi 24 metri, l’opera di De Dominicis presenta la sorprendente peculiarità di essere anatomicamente corretta, a parte una curiosa modifica: il naso è sostituito da un becco di uccello. Questo gigante di vetroresina e ferro è in realtà una rappresentazione in scala 12:1, quindi ogni dettaglio è amplificato rispetto a un corpo umano reale. Non è solo un’installazione, ma una declarazione d’arte che stimola riflessioni profonde sul significato dell’esistenza.
Le origini di questo imponente scheletro sono avvolte nel mistero, in quanto fu realizzata in assoluto segreto e mostrata per la prima volta nel 1990 al Magasin di Grenoble. A distanza di sei anni, lo Scheletro riemerse nel cortile della Reggia di Capodimonte a Napoli, un momento che segnò la sua affermazione nel panorama artistico. Durante il suo percorso espositivo, ha fatto tappa in città prestigiose come Roma e Parigi, dando sempre più luce al talento di De Dominicis. L’artista, con un gesto audace, ha voluto dimostrare la potenza della sua creatività e la capacità dell’opera di “esaurire in se stessa le ragioni del proprio essere”.
Nel 2004, il destino della Calamita Cosmica cambiò nuovamente. La Fondazione Cassa di Risparmio di Foligno decise di acquistarla e destinarla al CIAC, il Centro Italiano Arte Contemporanea, ubicato nell’ex chiesa della Santissima Trinità. Da quel momento sotto una volta storica, la grande installazione è diventata il pezzo forte della collezione, continuando il suo viaggio artistico e culturale.
Dove ammirare la Calamita Cosmica oggi
Oggi, l’installazione iconica della Calamita Cosmica riposa nel suo spazio definitivo, un ex chiesa che ha una storia avvincente a sua volta. La Santissima Trinità in Annunziata non è solo un luogo di culto abbandonato, ma un simbolo che ha attraversato epoche diverse, passando da panificio a caserma e infine a museo. Questo connubio di passato e presente rende la visita ancor più intrigante e carica di suggestione. Le caratteristiche architettoniche dell’edificio, infatti, contribuiscono a far risaltare l’opera come un’icona della città.
La struttura, costruita nel 1760, ha visto molteplici trasformazioni nel corso degli anni. Ad oggi, è possibile esplorare l’opera colossale da diverse angolazioni grazie alla disposizione della chiesa, che include un secondo piano per una vista aerea diretta. Un passaggio aereo consente ai visitatori di osservare Calamita Cosmica frontalmente dall’alto, permettendo di comprendere appieno la grandiosità dell’installazione.
Il restauro avvenuto dopo il terremoto del 1997 ha portato alla luce antiche decorazioni e un vano ipogeo, dando un ulteriore strato di fascino a questo spazio. Ma ciò che stupisce di più è come due mondi, l’arte contemporanea di De Dominicis e la storia di un edificio di culto, si fondano in un’unica entità. Le ossa delle monache rimaste nella chiesa spesso raccontano storie di un passato che si mescola con il presente artistico.
Con il suo mistero intrinsecamente legato alla tradizione religiosa, Calamita Cosmica si presenta come un monumento alla creatività e all’esplorazione dell’essere umano. L’opera non è solo da osservare, ma è un’esperienza da vivere; un viaggio che invita alla riflessione, chiama l’interlocutore a interrogare il senso stesso dell’arte e della vita, portando con sé un’eredità culturale che fa del borgo umbro un punto di riferimento nel panorama artistico italiano.