Il farmaco Veoza, noto anche come fezolinetant, è al centro di nuove indicazioni da parte dell’Agenzia italiana del farmaco in seguito a segnalazioni di potenziali rischi di danno epatico grave. Questa decisione è stata presa in accordo con le autorità regolatorie europee, ed è mirata a garantire un uso sicuro del farmaco, particolarmente per le donne che affrontano i sintomi della menopausa, come le vampate di calore. Le recenti raccomandazioni sottolineano l’importanza di monitorare la funzionalità epatica in corso di trattamento, per evitare complicanze gravi.
L’Aifa ha divulgato che è stato registrato un significativo numero di casi di grave danno epatico in pazienti sottoposti alla terapia con fezolinetant. Questi eventi avversi hanno portato l’agenzia a rivedere le linee guida relative all’uso del farmaco. Prima di iniziare il trattamento, i medici devono necessariamente eseguire i test di funzionalità epatica , e i risultati saranno decisivi per procedere con la terapia. Se i livelli di alanina aminotransferasi o di aspartato aminotransferasi superano i valori normali, il trattamento deve essere evitato.
L’Aifa ha anche avvertito sulle manifestazioni cliniche che possono segnalare un danno epatico in atto. In particolare, i pazienti sono invitati a prestare attenzione a sintomi quali stanchezza eccessiva, prurito, ittero, urine scure e feci chiare, nonché nausea, vomito, perdita di appetito e dolore addominale. L’intervento immediato dei medici è raccomandato se questi sintomi si manifestano.
Il monitoraggio della funzionalità epatica diventa cruciale durante i primi tre mesi di terapia. L’Aifa richiede che i test di funzionalità epatica vengano eseguiti mensilmente, proseguendo poi in base alla valutazione clinica del medico. Nel caso in cui i livelli di transaminasi subiscano un incremento significativo, ovvero superiori a tre volte il limite normale, o si verifichino segni di danno epatico, il trattamento con fezolinetant deve essere interrotto immediatamente.
Le disposizioni comprendono che se i livelli sierici di bilirubina superano il normale, così come in caso di sintomi evidente di danno epatico, la terapia non può continuare fino a ulteriori valutazioni. L’agenzia ha precisato anche che il monitoraggio dei test di funzionalità epatica dovrà continuare fino al raggiungimento della normalizzazione dei valori.
Le nuove linee guida servono a garantire che i professionisti sanitari forniscano un’adeguata informazione ai pazienti, in modo che possano prendere decisioni consapevoli riguardo al trattamento. È essenziale che i medici informino i propri pazienti sui rischi associati all’uso di questo farmaco e sull’importanza del monitoraggio regolare. La responsabilizzazione dei pazienti nelle segnalazioni dei sintomi è fondamentale per un approccio proattivo alla loro salute.
Gli avvertimenti dell’Aifa fungono da campanello d’allarme, sottolineando la necessità di un’attenta sorveglianza. È, quindi, indispensabile una comunicazione efficace tra pazienti e sanitari, affinché qualsiasi segnale di rischio venga identificato tempestivamente e trattato con la dovuta attenzione.