Bomba Titinka: Electroswing all’italiana

Magari sarà una moda passeggera che ha invaso l’Italico Paese da fine anno scorso circa grazie allo spot di una nota compagnia telefonica, o magari prenderà piede sempre più andando ad affiancare salsa, merengue e altre danze latinoamericane da tempo in voga in Italia.
Troppo presto per far pronostici? Sì, ma non troppo presto per affermare a gran voce che ce l’abbiamo anche noi, 100% made in Italy e, dirò di più, pure in Veneto. Il genere in questione è l’electroswing o neoswing, singolare commistione di musica elettronica/dance/techno e sonorità jazz degli Anni ’20, ’30 e’40 direttamente dagli Stati Uniti, dove hanno preso le mosse Django Reinhardt, Duke Ellington, Cab Calloway e Louis Armstrong.
Se un po’ tutti abbiamo ascoltato il trascinante brano di Parov Stelar “All Night” almeno una volta (ma qualcosa mi suggerisce che sono ben più di una le volte), allora abbiamo un’idea di cosa sia l’electroswing e anche di come si balli, vista la popolarità mediatica ottenuta dal ballerino Just Some Motion.
La band in questione non proviene però dalle algide montagne austriache, patria di Stelar, ma dal nostro Bel Paese e l’italo-electroswing lo sa suonare bene: loro sono i Bomba Titinka, cinque musicisti da varie parti d’Italia, attualmente confluiti nella nostra Regione.
Vederli dal vivo è un’esperienza da fare e da ripetere anche a distanza ravvicinata: sanno essere coinvolgenti e calorosi, trascinando il pubblico – persino il più apatico – in un vortice di allegria danzereccia, a suon di riff di chitarra, assoli di tromba, sax e contrabbasso e scratch alla consolle.
Se pensate di trovarvi in mezzo ad una classica serata electroswing vi sbagliate: la musica dei Bomba Titinka è un vigoroso melting pot di dubstep, rockabilly, ska, reggae, dance con il pregio di non annoiare mai. Tanto più quando ad un certo punto dello spettacolo, il batterista Elia Sommacal scende dal rullante e si esibisce in una break dance scatenata!
Sarà perché una parte dei brani è cantata nella nostra lingua, sarà perché, appunto, sono connazionali, fatto sta che il loro electroswing vibra di italianità e lo si percepisce: fresco, simpatico, divertente e solare, dai refrain orecchiabili, un po’ ritornello e un po’ scat. Da un lato, i richiami maggiori sono ai già citati grandi Maestri del jazz e dello swing americano, come pure alla sua rivisitazione contemporanea operata, tra gli altri, da Parov Stelar, Tape Five, Caravan Palace intercalati dai tocchi EDM di Fat Boy Slim, Prodigy e Daft Punk.
Dall’altro, i battiti forti e sonori del cuore italiano riportano alla mente quei nomi della nostra tradizione melodica e jazz-swing (sì, perché anche noi italiani abbiamo i nostri epigoni del genere!) che talvolta rischiamo di conoscere solo di fama: Domenico Modugno, Fred Buscaglione, Nicola Arigliano, Renato Carosone, Paolo Conte fino agli italici esponenti del rock’n’roll Little Tony e Bobby Solo.
Nella voce di Mr. Bricks, cantante e chitarrista, tutti loro convivono in bella armonia, spesso accompagnati dal grazioso controcanto sopranile di Wanda Lazzarovich. Timbro, quello di Mr. Bricks, d’altri tempi, che sembra uscire fuori da quel suo decantato grammofono privo di radiazioni, anche quando non è trattato con l’effetto retrò.

L’italianità esce poi dai testi leggeri e scanzonati ma non troppo e, se non altro, non tutti. C’è il messaggio pacifista di “Jumpin’ Jive”, il sarcasmo sullo stato attuale della musica nazionale in “Allegro Andante”, l’immaginario surreale di “Treno a Bebop” (il treno che viaggia a “merlot trincato ad oltranza” è un realia che più veneto non si può e solo chi è veneto o chi, come i Bomba Titinka, nella nostra Regione ci vive se lo poteva inventare!), l’affondo ironico e tagliente all’apatia generale verso le nuove proposte musicali in “Buena Suerte” (dove la curiosità “es cosa buena”, e come dar loro torto?).
Ergo, nella leggerezza c’è sempre spazio per la profondità.
Durante i live, poi, ai brani di “Hot Air Balloon”, il loro ultimo album, i Bomba Titinka aggiungono quelli del loro primo EP “Bicycle” (2015), fra i quali “Grammofono”, la loro versione di “Mambo Italiano” e di “Io cerco la Titina”. E infine, diciamocelo, la loro italianità si sente anche nel non voler calcare con troppa forza sulla pronuncia dei cantanti anglofoni, restando leggeri senza mai cadere nel kitsch e nel troppo “italiota”.
Già molto conosciuti all’estero, soprattutto in Germania dove suonano spesso, i Bomba Titinka hanno aperto nel 2014 il live show della Parov Stelar Band al Gran Teatro Geox di Padova e saranno con loro anche al Tollwood Festival di Monaco di Baviera in apertura al The Burning Spider Tour, a luglio 2017.
Che si limiti ad una moda o meno, di buoni motivi per apprezzare e scoprire l’electroswing di casa nostra ce ne sono molti: “è la curiosità che ti darà la chiave e non vedrai pagliuzza da quegli occhi senza trave”. Parola dei Bomba Titinka.

Bomba Titinka:
Mr. Bricks – voce, chitarra, synth
Wanda Lazzarovich – contrabbasso, sax, voce
Elia Sommacal – batteria, cori
Marco Indino – tromba
DJ Bisso – scratch, programmazione elettronica