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Cos’è il Business Model Canvas?

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Ogni azienda o startup fonda il suo valore su un Business Model, ossia nelle logiche con cui struttura la creazione del suo valore e attraverso le quali è in grado di monetizzare.

La definizione di un modello di business sostenibile è alla base di qualsiasi iniziativa imprenditoriale e il Canvas consente di strutturarlo in maniera organica ed efficiente.

L’ideatore di questo modello è stato lo svizzero Alexander Osterwalder, un teorico dei modelli di business che negli anni 2000 razionalizzò il suo metodo ideando il Business Model Canvas, il quale è in grado di offrire un ottimo modello per sviluppare ulteriormente le idee di una impresa o startup circa il modello di business, per renderla sostenibile ed in grado di monetizzare ed in linea con le metodologie di Eric Ries sulle Lean Startup.

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Cosa è la Lean Startup?

La Lean Startup è una metodologia per sviluppare business e prodotti in modalità “leggera” basandosi su dei cicli di creazione di idee, validazione del modello, apprendimento sui dati raccolti dal mercato ed il tutto in maniera iterativa cercando di ridurre al minimo la durata complessiva dell’intero ciclo.

 

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Come è strutturato un Business Model Canvas?

Il Canvas è articolato in nove aree che portano seguendone un ordine logico a definire il segmento di mercato con i clienti di riferimento a cui rispondere con l’offerta, la vision con la definizione del need e della soluzione innovativa proposta, i canali utilizzati per raggiungere tale mercato, le relazioni da impiantare con i propri clienti, i flussi che generano entrate, le risorse chiave, le attività chiave, i partners strategici ed infine i costi di struttura.

Analizziamo in dettaglio come si lavora su un Canvas. A livello di metodologia si opera in team, lavorando su un modello stampato e posto al centro del tavolo e con dei Post-it che vengono man mano applicati nelle varie aree, strutturando con l’avanzare delle idee e con la progressiva modellizzazione il Canvas.

Si parte dalla prima area, la Customer Segments. Il driver di ogni iniziativa è il mercato e soprattutto definire quale problema o necessità vado a risolvere. Ricordiamo che i ricavi sono generati dai clienti, se abbiamo una bellissima idea, ma non risolve alcuna necessità reale, il nostro progetto non potrà mai produrre ricavi ne potrà mai scalare. Pertanto la validazione del nostro modello di vendita su uno o più segmenti di mercato dove troveremo utenti paganti e del cui mercato conosciamo le potenzialità, la grandezza e lo share che potremmo acquisire, è il primo step da validare.

Il secondo elemento chiave è la Value Proposition. Definire quale è il valore che portiamo sul mercato ai nostri clienti, il problema che risolviamo, che prodotti o servizi forniamo per ciascun segmento di mercato, chi sono i competitors e cosa forniamo di innovativo e con che prezzi ci posizioniamo.

Il terzo sono i canali attraverso cui possiamo raggiungere i nostri segmenti di mercato con i relativi clienti di riferimento. Dobbiamo definire come decidiamo di raggiungerli con che costi, con quali performance, come li integriamo tra loro.

Passiamo poi alla definizione dei rapporti e delle relazioni che intendiamo stabilire con i nostri clienti. Cosa si aspettano i clienti e come intendiamo soddisfarli? Dobbiamo identificare le relazioni già stabilite e quelle da mettere in atto, come integrarle con il resto del business model e che costo hanno.

Il quinto elemento chiave sono i Revenue Streams, ossia i flussi dei ricavi che vogliamo strutturare. Questa area è importantissima nel Canvas, in quanto vengono definiti i prezzi dei nostri prodotti sul mercato in relazione all’analisi di mercato già fatta, alle aspettative dei nostri clienti, al target degli stessi e vanno identificati al meglio per capire quale sarà più profittevole.

Il sesto elemento sono le Risorse Chiave della nostra Value Proposition. Le risorse chiave possono essere fisiche, intellettuali, finanziarie o umane e possono essere in asset all’azienda o acquisite all’estero dai partners strategici.

Abbiamo poi da analizzare le attività chiave, ossia le più importanti azioni da svolgere per poter traguardare gli obiettivi descritti nel Canvas. Tra queste troviamo lo sviluppo software, l’SCM e tante altre core per il proprio business.

Passiamo infine alla penultima area, ossia i Partners strategici, ossia la rete di fornitori e partners che consentono di sviluppare il proprio modello di business. Possiamo distinguere tra quattro diverse tipologie: alleanze strategiche tra partner non competirors, alleanze strategiche tra competitors, joint ventures per lo sviluppo di nuovo business congiunto, rapporto di sub fornitura.

In chiusura con tutte le idee chiare possiamo strutturare il modello dei costi di struttura.   In questa area andiamo a definire puntualmente i costi che l’impresa dovrà sostenere in relazione alle risorse e attività chiave e agli accordi di partnership definiti.

Cosa è il Value Proposition Canvas?

Generalmente quando si affronta la seconda area, la Value Proposition, si lavora su un secondo Canvas ad hoc. E’ un framework di modellizzazione con cui si va a validare sul mercato la Value Proposition.

Nello schema di destra troviamo il cliente, con i vantaggi che ottiene acquistando il prodotto/servizio offerto (gains), gli obiettivi che vorrebbe raggiungere (jobs) e le difficoltà e tutto ciò che potrebbe infastidirlo o disincentivarlo all’acquisto (pains).

Nello schema di sinistra troviamo invece l’offerta con i prodotti e servizi, i generatori di vantaggi (gain creator), e i riduttori di difficoltà (pain relievers).

Il processo prevede di mappare il cliente, poi l’offerta e poi eseguire il match tra cliente ed offerta (per ogni segmento di clientela) per definirne il Canvas.

Generalmente la Value Proposition Canvas viene eseguita anche per ciascun competitor al fine di esaminarne i vantaggi e i fattori di miglioramento.

Autore: Massimo Ciaglia

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