Ikea in sciopero: i sindacati si battono per diritti e tutele dei lavoratori

Un drammatico sviluppo si è verificato nel mondo del lavoro italiano, con la proclamazione di uno sciopero di 24 ore da parte dei sindacati confederali Filcams-Cgil, Fisascat-Cisl e Uiltucs. Questa azione di protesta è stata indetta a seguito della rottura delle trattative tra Ikea, il noto colosso svedese del mobile, e i rappresentanti dei lavoratori riguardo al rinnovo del contratto integrativo aziendale. La decisione di procedere con lo sciopero arriva dopo un anno e mezzo di negoziati, durante i quali le richieste sindacali sono state ignorate dai vertici dell’azienda.

Lo sciopero si articolerà in 8 ore di fermo a livello nazionale e 16 ore a livello territoriale, ed è stato preceduto dalla proclamazione dello stato di agitazione. Le motivazioni alla base di questa mobilitazione sono molteplici e di grande rilevanza per i lavoratori. Tra le principali preoccupazioni vi sono:

  1. L’obbligo di lavoro nei giorni festivi.
  2. Il mancato riconoscimento delle maggiorazioni per i nuovi assunti.
  3. La cancellazione della “malattia statistica”, una misura di protezione per i lavoratori.

I sindacati hanno espresso il loro rifiuto nei confronti di alcune pratiche aziendali che considerano inaccettabili. In una nota unitaria, hanno sottolineato come l’azienda stia adottando un “sistema derogatorio e peggiorativo delle professionalità”, che non solo non riconosce le competenze dei lavoratori, ma mette anche in discussione i diritti di chi viene assunto.

Un altro punto di contesa è rappresentato dall’introduzione di nuovi modelli di business da parte di Ikea, in particolare l’apertura di punti vendita di prossimità. Questi nuovi formati sono stati criticati dai sindacati, che sostengono che limitano l’agibilità delle rappresentanze sindacali e riducono i diritti dei lavoratori. “In un’impresa che vede le relazioni territoriali ridotte al minimo”, hanno detto i rappresentanti sindacali, “si assiste a una precarizzazione del lavoro, con un gran numero di lavoratori assunti part-time senza possibilità di integrazione oraria”.

In risposta a questa situazione, i sindacati hanno già avviato assemblee in vari punti vendita in tutto il territorio italiano, dove i lavoratori possono discutere delle problematiche e organizzare iniziative di sciopero su base territoriale. Questo dimostra la crescente tensione tra i dipendenti di Ikea e la direzione aziendale, con i lavoratori che si sentono sempre più trascurati e insoddisfatti delle condizioni lavorative.

Dall’altro lato, Ikea ha cercato di difendere la propria posizione. In una dichiarazione ufficiale, l’azienda ha affermato che il suo impegno è sempre stato rivolto a migliorare le condizioni economiche dei lavoratori, già superiori rispetto a quelle previste dal contratto nazionale. Ikea ha affermato di aver proposto aumenti delle maggiorazioni per il lavoro domenicale e festivo, e di aver creato un premio accessibile a tutti i co-worker, con cifre significative: per un addetto vendita full time, l’importo del premio avrebbe superato i 2.000 euro lordi.

La direzione di Ikea ha anche cercato di giustificare l’introduzione dei nuovi formati di vendita, sottolineando che si tratta di iniziative innovative che rispondono meglio alle esigenze dei clienti. L’azienda ha affermato che in questi nuovi punti vendita sono garantiti tutti i diritti sindacali previsti dalla normativa vigente, cercando così di rassicurare i lavoratori e i sindacati.

Tuttavia, le affermazioni di Ikea non sembrano aver placato le preoccupazioni dei sindacati, che continuano a sottolineare la necessità di tutelare i diritti dei lavoratori. La questione del lavoro festivo obbligatorio rimane una delle principali fonti di tensione, con i sindacati che chiedono un riconoscimento adeguato per chi opera in questi giorni.

Lo sciopero di 24 ore rappresenta quindi non solo una protesta contro le politiche aziendali, ma anche una battaglia più ampia per i diritti dei lavoratori in un settore che, come quello della grande distribuzione, sta affrontando cambiamenti significativi. La mobilitazione dei sindacati e dei lavoratori Ikea potrebbe influenzare non solo le trattative in corso, ma anche il futuro del lavoro nel settore, spingendo per una maggiore tutela e riconoscimento delle professionalità.

Con questo sciopero, i lavoratori di Ikea stanno lanciando un chiaro messaggio: non sono disposti a cedere sui loro diritti e sono pronti a lottare per ottenere condizioni di lavoro più giuste e dignitose. In un contesto economico in continua evoluzione, la situazione di Ikea potrebbe diventare un caso di studio su come le aziende devono affrontare le richieste dei propri dipendenti e le sfide del mercato del lavoro contemporaneo.

Published by
Camilla Ferraro