Il procuratore di Caltanissetta avverte: armi come caramelle e la vendetta di Cosa Nostra è in agguato
Nella provincia di Caltanissetta, il fenomeno della mafia continua a destare preoccupazione. Recentemente, il procuratore capo di Caltanissetta, Salvatore De Luca, ha lanciato un allerta riguardo alla proliferazione di armi nella zona, descrivendo la situazione con una frase inquietante: “Qui armi come caramelle”. Queste parole riflettono una realtà complessa, in cui fucili, pistole e munizioni sembrano circolare liberamente, alimentando i timori di un ritorno alla violenza mafiosa. La questione si fa ancora più seria se si considera che tali arsenali sono in mano a Cosa Nostra, una delle organizzazioni criminali più temute d’Italia.
Durante la cerimonia di inaugurazione del nuovo anno giudiziario, De Luca ha messo in luce un dato preoccupante: nel distretto di Caltanissetta emergono indizi di un’ampia disponibilità di armi, comprese quelle da guerra come i kalashnikov. Questi arsenali non appartengono a grandi città, ma a piccoli paesi con appena 7.000 abitanti. In effetti, il procuratore ha sottolineato che i recenti sequestri di armi, che hanno incluso:
rappresentano un caso unico in Italia, in proporzione alla popolazione.
La presenza massiccia di armi nella provincia non è solo una questione di numeri, ma anche di tipologie d’arma. Storicamente, Cosa Nostra ha utilizzato armi più semplici per i suoi regolamenti di conti, ma il proliferare di armi più pesanti suggerisce un’evoluzione nella strategia mafiosa. De Luca ha spiegato che, nonostante l’utilizzo di armi da guerra come i kalashnikov non fosse comune per i crimini di mafia, queste sono ora disponibili e potrebbero essere impiegate in operazioni più eclatanti, come rapine o omicidi pianificati.
Un aspetto da considerare è l’origine delle armi. Interrogato sui fornitori, De Luca ha indicato che esiste un mercato nero in cui un kalashnikov può costare circa 2.000 euro, una cifra accessibile per organizzazioni criminali come Cosa Nostra. La provenienza di queste armi è spesso internazionale; molte di esse provengono dall’ex Jugoslavia o sono fabbricate in Cina. Ciò dimostra che il problema della mafia non si limita al territorio nazionale, ma si inserisce in un contesto globale di traffico di armi.
La Procura di Caltanissetta ha dimostrato di essere attenta e reattiva, riuscendo a prevenire episodi di violenza e persino a sventare rapine pianificate. Grazie al lavoro delle forze di polizia e alla cooperazione con i collaboratori di giustizia, sono stati evitati conflitti a fuoco e atti di sangue. Tuttavia, De Luca ha riconosciuto che la lotta contro la mafia è complicata e richiede un impegno costante. Nonostante le difficoltà, ci sono segnali di speranza: le denunce di cittadini, seppur poche, indicano che l’omertà sta mostrando delle crepe.
Il procuratore ha anche evidenziato un aspetto cruciale per il futuro: la necessità di personale adeguato negli uffici della Procura. Seppur siano arrivate otto domande per il bando di sostituti procuratori, solo quattro posti possono essere coperti. Questo è un fatto significativo per Caltanissetta, che suggerisce un incremento della credibilità e della professionalità della Procura stessa.
L’attenzione della Procura rimane alta, e De Luca è fiducioso nella capacità di monitorare il territorio e di garantire la sicurezza dei cittadini. La lotta contro Cosa Nostra è ancora lunga e complessa, ma la determinazione delle autorità locali e la crescente consapevolezza della popolazione possono contribuire a un cambiamento positivo. In un contesto in cui le armi circolano come caramelle, la vigilanza e la cooperazione tra istituzioni e cittadini si rivelano fondamentali per combattere la mafia e le sue insidiose manifestazioni.