Ritrovare un autore che, dopo il successo della sua prima opera, pubblica un secondo lavoro ancora più avvincente, è un’esperienza appagante per lettori e critici. Matteo Tiraoro, veneziano d’origine, ha dimostrato grande maturità e coraggio con la sua seconda fatica letteraria, “Il riflesso del Leone”, un thriller ambientato nella sua amata Venezia durante il suggestivo carnevale.
Trama coinvolgente e ambientazione veneziana
Il romanzo narra la storia di Giulio ed Emily, una tranquilla coppia la cui vita viene stravolta da un brutale omicidio che coinvolge il comandante Puggiotto, un parente stretto di uno dei protagonisti. L’omicidio, inizialmente oscuro, svela pian piano un complesso giro criminale, guidato da un insospettabile uomo di cultura, assistito da agenti corrotti. La trama si sviluppa tra i vicoli e le bellezze di Venezia, con l’arte che gioca un ruolo centrale, legata strettamente al movente del crimine e alla scoperta del colpevole.
Tiraoro ci guida sapientemente attraverso la città veneta, mostrando al lettore non solo le famose attrazioni turistiche, ma anche angoli nascosti e meno noti. Il commissario Eugenio La Russo e Giulio sono i protagonisti principali, impegnati in un’indagine che si intreccia con la ricca storia artistica della città. L’arte diventa un tema ricorrente, mescolandosi con gli eventi delittuosi e rivelando man mano nuovi dettagli sull’assassino.
Il successo di “Il riflesso del Leone” è stato tale che l’autore ha dovuto ristampare più volte il libro, dimostrando l’alto gradimento del pubblico. Il suo stile di scrittura è stato lodato per la maestria e l’abilità nel creare un’atmosfera avvincente, paragonabile a quella di scrittori già affermati.