Il salotto letterario di Frequenze Visive: prossimo appuntamento con “Capire una fotografia”

La scelta del libro da discutere nel salotto letterario di Frequenze Visive questa volta è andata a una raccolta di saggi di John Berger. Difficile definire questo intellettuale dei giorni nostri, scomparso, novantenne, proprio i primi giorni del 2017: egli è stato pittore, critico d’arte, scrittore, sempre molto impegnato dal punto di vista politico e sociale, oltre ad essere considerato uno dei più importanti saggisti sulla fotografia, a fianco di Walter Benjamin, Rolan Barthes e Susan Sontag.

Il titolo di questa raccolta di scritti fa riferimento a “una” fotografia e non a “la” fotografia. Non è difatti una trattazione teoretica sulla fotografia, ma un’operazione di storytelling condotta, a partire da una fotografia nello specifico, sulle storie, i personaggi, i paesaggi e le emozioni legate a quella data immagine. John Berger si mette davanti a una fotografia e ce la racconta; quello che colpisce è la profondità del suo sguardo, come lo descrive la madre dell’autore, ricordandolo bambino su un tram: “Non ho mai visto nessuno guardare con la tua intensità, in punta al tuo sedile”.

Il libro pare proprio raccogliere un’intera vita di sguardi: si parte da una foto di Che Guevara del 1967 e si arriva ai giorni nostri. Le foto sono descritte, ma le parole non fanno da didascalia alle foto, né le foto sono presenti per spiegare le parole. Scrittura e fotografia si supportano a vicenda, s’integrano e si potenziano reciprocamente. Berger legge le fotografie con una forma di attenzione davvero straordinaria, con grandissima umanità; a partire dal particolare è in grado di estrarre qualcosa di generale, quasi a formulare una teoria.

Attraverso i saggi di questa raccolta John Berger esplora tutti gli aspetti dell’atto fotografico, dall’azione dello scattare alla funzione di memoria che assume ai giorni nostri la fotografia. Le fotografie sono quindi un mezzo per fissare le apparenze del reale (“Apparenze” è appunto uno dei capitoli del libro) e per assolvere alla funzione della memoria: le immagini sono così una traccia, trattengono un’apparenza del reale e in questa accezione le macchine fotografiche diventano quindi “scatole per trasportare le apparenze”.

Se avete letto il libro o se solo siete interessati a sentire i commenti di chi l’ha letto e a partecipare alla discussione, non mancate lunedì 8 maggio alle ore 21 nella sede di Frequenze Visive in via Montale, 1 a Vigonovo per il salotto letterario su “Capire una fotografia” di John Berger. Per informazioni: www.frequenze-visive.it. Twitter @FrequenzeVisive

Rita Rossi
Appassionata di arte, fotografia, cinema e scrittura, forse per compensare l'anima da ingegnere.
Faccio parte dell'associazione fotografica Frequenze Visive, per la quale mi piace scrivere di fotografia e di tutti gli eventi ad essa correlati.
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