Immerso tra le colline del Basso Lazio si nasconde il misterioso borgo dei segnali di fumo: scopri perché la sua “prigione” lo ha reso famoso in tutto il mondo!

Immerso fra le verdi colline del Basso Lazio, il borgo di Fumone non è solo celebre per la sua suggestiva bellezza paesaggistica, ma è anche conosciuto per la sua “prigione” storica.

Qui, si intrecciano storie di potere e di libertà, di resistenza e di rinunce, che costellano la storia di questa località, regalando ai visitatori un affascinante percorso attraverso il tempo. Scopriamo ora le meraviglie e le curiosità che Fumone, il “borgo dei segnali di fumo”, ha da offrire.

Fumone deve il suo nome a una funzione che risale all’Antichità. In effetti, i segnali di fumo emessi dalla vetta del Castello Longhi erano utilizzati come allerta in situazioni di pericolo. Non a caso, si diceva che: “Cum fumo fumat, tota Campania tremat”, un detto che rende bene l’idea della grande importanza strategica di questo luogo. In epoche lontane, quando le comunicazioni erano rudimentali, il fumo rappresentava uno dei pochi modi per avvisare in tempo reale i sovrani e i cittadini circostanti di eventi critici.

Nonostante sia oggi un semplice detto popolare, la realtà storica del borgo è ben più ricca. Fumone si trova in una posizione strategica tra i Monti Lepini e Monti Ernici; questa roccaforte naturale attirò l’attenzione di vari dominatori nel corso dei secoli. All’epoca romana, il castello ebbe una valenza già strategica, utilizzato anche per difendersi da attacchi nemici. Con l’avvento del Medioevo, la situazione geopolitica dell’epoca, contrassegnata da guerre e invasioni, rese il Castello Longhi un baluardo difensivo cruciale per lo Stato Pontificio. Le scorribande saracene e le incursioni normanne, così come altre minacce, rendevano Fumone un osservatorio perfetto. Da lì, infatti, era possibile monitorare il territorio, mantenendo sempre una vista panoramica sugli eventuali pericoli.

Oggi, dalla Rocca si può ammirare non solo la vista del Lago di Canterno, ma anche un paesaggio che racchiude secoli di storia, con leggende e racconti che continuano a vivere tra le mura. Ad ogni passo, dalla camminata tra i suoi vicoli alle soste nei punti panoramici, emerge un passato vibrante che invita alla scoperta di un’eredità culturale tangibile e affascinante.

La prigione dei papi e le storie di rinuncia

Fumone entra di diritto nella storia come “prigione dei papi”, grazie a eventi noti che vi si sono svolti nel corso dei secoli. La figura di Papa Celestino V, il quale abdicò il suo mandato papale, è forse la più nota. Secondo la tradizione, dopo essersi ritirato in questo luogo, visse i suoi ultimi giorni in condizioni di reclusione, seguendo un destino che non fu certamente un privilegio. Oltre a lui, anche l’antipapa Gregorio VIII passò per queste mura, aggiungendo un altro capitolo alle storie di reclusione ecclesiastica.

Nel 1294, Celestino V fu costretto a lasciare la sua carica da Bonifacio VIII. La sua vita da eremita si concluse tragicamente all’interno della Fortezza di Fumone, dove si dice abbia celebrato l’ultima messa prima di passare a miglior vita all’età di 87 anni. Quella di Gregorio VIII, invece, è una storia ben più intricata; andò incontro a una prigionia non solo a Fumone, ma in diverse altre località, ritrovandosi a vagare tra castelli e monasteri, fino a giungere alla sua morte a Cava de’ Tirreni.

Borghi del Lazio (memagazine.it)

Tuttavia, è interessante notare che Fumone non è solo la sua reputazione di prigione. Questa piccola località è anche un tesoro di bellezze architettoniche e culturali. Il delizioso abitato medievale regala scorci e angoli affascinanti, fra cui il giardino pensile del castello e i piatti tipici che parlano della tradizione culinaria ciociara. Queste storie di sofferenza e libertà, di reclusione e riscatti, si intrecciano perfettamente sullo sfondo di un paesaggio che, pur avendo conosciuto momenti bui, continua a brillare di luce e cultura.

Fumone: un patrimonio culturale ricco e variegato

Oltre a una storia che ha del misterioso, il borgo di Fumone vanta diverse attrazioni turistiche che ne fanno un luogo di grande interesse. Il patrimonio storico-artistico è semplicemente affascinante, ma anche quello naturalistico e gastronomico non è da meno. Non si può visitare Fumone senza andare a scoprire i suoi piatti tipici, che oltre a mettere in risalto la tradizione ciociara, sono una vera delizia per il palato. Fra i piatti che catturano l’attenzione ci sono le sagne pelose, un tipo di fettuccina rustica che non contiene uova, oppure la polenta con le spuntature. E non dimentichiamo la tipica minestra di pane, piatti semplici, ma carichi di sapore e storia, che raccontano la vita contadina.

In aggiunta ai sapori è impossibile trascurare la bellezza paesaggistica che circonda il borgo. Il Lago di Canterno, con le sue acque ferme e il bel contesto naturale, rappresenta un perfetto luogo di svago e relax. Non da meno è il castello stesso, con la sua imponente architettura e la vista che sembra non avere confini. Oltre a ciò, lo spirito della comunità e la cultura ciociara, fortemente radicata nella quotidianità, trasmettono un forte senso di appartenenza e accoglie i visitatori con calore e generosità.

In sostanza, Fumone, con la sua storia variopinta di prigioni, segnali di fumo e tradizioni culinarie, ci invita a riflette e a esplorare diverse sfaccettature della storia e della cultura italiana. Una visita a questo affascinante borgo permette di intraprendere un viaggio attraverso il tempo, in una cornice di incredibile bellezza e significato.

Published by
Roberto Arciola