Una nuova alluvione ha colpito l’Emilia-Romagna, area già sofferente per eventi simili recenti.
Le forti piogge hanno generato esondazioni devastanti, allagamenti e interruzioni di corrente in diverse località, in particolare nell’area metropolitana di Bologna. Tristemente, un giovane di 20 anni, Simone Farinelli, ha perso la vita a causa dell’improvvisa forza della piena del torrente Zena, mentre si trovava a bordo di un’auto a Pianoro, un comune a sud della capitale emiliana.
Un dramma che si ripete: la quarta alluvione in poco tempo
Significativa è la gravità della situazione, poiché si tratta della quarta alluvione in meno di un anno e mezzo in Emilia-Romagna. Dopo gli eventi disastrosi di settembre 2022 e le due alluvioni di maggio 2023, che provocarono la morte di 17 persone e danni complessivi stimati in circa 8,5 miliardi di euro, la regione deve affrontare nuovamente una catastrofe simile. La pioggia incessante delle ultime 48 ore ha comportato danni ingenti, con l’area metropolitana di Bologna designata come la più colpita.
La presidente della regione, Irene Priolo, di recente designata anche commissaria per affrontare l’emergenza alluvione, ha descritto la situazione come una “sorta di slavina d’acqua”. Solo tra sabato e domenica, su Bologna e nelle aree circostanti, sono caduti circa 175 millimetri di pioggia, ben oltre la media mensile storica di poco superiore ai 70 millimetri per ottobre. I torrenti Ravone, Savena e Zena, assieme al fiume Idice, hanno esondato, allagando strade, case e negozi, con il comune di Budrio completamente invaso dall’acqua. La situazione si è dimostrata così critica che ben 15 corsi d’acqua hanno registrato livelli di allerta massima durante il fine settimana.
La risposta delle istituzioni a un’emergenza in corso
Lunedì la città di Bologna ha deciso di chiudere asili nido e scuole per permettere controlli sulla sicurezza degli edifici colpiti. Nonostante ci siano stati segnali di allentamento nella pioggia, vari tratti stradali rimangono inaccessibili e ci sono continui disagi nei trasporti pubblici locali. Nella notte tra domenica e lunedì, il seminterrato e il primo piano dell’ospedale di Bentivoglio, in provincia di Bologna, sono stati allagati, costringendo le autorità a trasferire ben 41 pazienti in sicurezza. Il sindaco di Bologna, Matteo Lepore, ha espresso l’intenzione di richiedere lo stato di emergenza, che consentirebbe una risposta più rapida nella gestione delle risorse necessarie per affrontare l’emergenza.
In altre province come Reggio Emilia, Ravenna, Ferrara, Forlì-Cesena e Piacenza, segnalazioni di allagamenti continuano ad arrivare. Domenica pomeriggio, i vigili del fuoco erano già intervenuti più di 500 volte, prestando soccorso alla popolazione. Nella provincia di Reggio Emilia, tra Cadelbosco e Santa Vittoria, il torrente Crostolo ha superato gli argini, portando all’evacuazione di circa mille persone. Le procedure di evacuazione si sono estese a circa tremila individui in tutta la regione, con aggiornamenti costanti sulla situazione di emergenza.
Le cicliche conseguenze dei disastri naturali
A Bagnacavallo, nella provincia di Ravenna, già colpita dalle alluvioni di maggio e settembre, la situazione è tornata a essere critica. A metà settembre, un crollo dell’argine del fiume Lamone aveva già provocato inondazioni devastanti, e ora sembra che la storia si ripeta. Le inondazioni di maggio 2023 avevano causato ingenti danni anche a Faenza, toccando duramente anche città come Forlì e Cesena. Le comunità locali sono giustamente in allerta, dato che molte hanno già affrontato emergenze simili in questo triste e lunghissimo periodo.
Le autorità regionali e locali stanno ora dibattendo su come gestire in modo più efficace i fondi e i cantieri per la prevenzione delle esondazioni e per la messa in sicurezza dei fiumi. I rappresentanti locali hanno espresso preoccupazione per la scarsità di fondi da parte del governo, mentre il governo accusa le amministrazioni regionali di ritardi nel realizzare le opere necessarie per affrontare questi eventi.
Finora si stima che i danni arrecati dalle precedenti inondazioni ammonterebbero a circa 8,5 miliardi di euro, con una significativa parte necessaria per il ripristino di strade, ponti, e argini. In risposta, il governo ha stanziato 3,8 miliardi, destinando risorse per migliorare la sicurezza del territorio e per rimborsare famiglie e aziende colpite. L’emergenza di settembre ha portato a un fondo specifico di 20 milioni di euro destinato al ripristino dei servizi essenziali nelle aree colpite.