L’Isola di Smeraldo: Paolo Zippo si racconta.


Cari amici lettori bentrovati. Sono davvero emozionato perchè, in questa circostanza, parleremo di un personaggio molto conosciuto e della sua nuova esperienza letteraria. Ho avuto l’occasione di incontrare il grande Paolo Zippo, 50 anni, nato a Trieste e residente a Padova da quasi 25 anni. Sposato, una figlia ventenne e una carriera da speaker radiofonico ormai pluridecennale. Conduce una trasmissione su Radio Company ogni mattina dalle 6.30 alle 10.00 che si chiama “Il Condominio” (che, devo dire, io ascolto tutte le mattine). Insieme al suo “socio” Massimo affrontano argomenti alle volte di attualità, alle volte più futili, ma cercano sempre di farli diventare divertenti.
Grande lettore, la spesa per i libri fa parte del suo budget mensile.
L’idea del libro nasce nel 2017, quasi per gioco. Sua figlia scriveva dei racconti brevi su una piattaforma on line: lei lo aveva sfidato a scrivere una storia tutta sua e così è nata la bozza de “L’isola di Smeraldo”. Abbandonato il progetto, ha deciso di riprenderlo in mano e terminarlo durante la quarantena. Ha cercato di non copiare, ma sicuramente ha attinto a “suggerimenti” dei grandi della letteratura internazionale. Supertecnologico, Paolo però ama prendere gli appunti ancora a mano.
L’Isola di Smeraldo è un romanzo, ambientato in Irlanda e in due periodi diversi: nel 1588 e ai giorni nostri. Incontreremo un ex poliziotto italiano, una ricercatrice irlandese ed un tesoro nascosto. Le vicissitudini che ne seguiranno saranno molto più complesse di quanto possa sembrare all’inizio e porterà i protagonisti ad una scoperta molto importante.


Quando è sbocciato l’amore verso la scrittura? C’è un evento che ha fatto nascere questa tua vena o hai sempre avuto un legame stretto fin da bambino?
Ho sempre letto moltissimo, fin da bambino. E’ una passione che ho preso principalmente da mia madre, ancora oggi, ad ottant’anni, appassionata lettrice. Ho iniziato veramente molto presto: ricordo di aver chiesto in prestito, a sette, otto anni una prima edizione di “Don Camillo” di Guareschi ai miei nonni. Devo avere quel libro ancora da qualche parte. Da quel momento in poi non mi sono più fermato. La spesa per libri fa parte del mio budget mensile. Leggo di tutto: dai romanzi alla saggistica, dai fumetti alle biografie. Ho iniziato a scrivere quando ero adolescente e intorno al 2002 ho aperto un blog che ha avuto, all’epoca, un discreto successo. Raccontavo storie di vita vissuta, mie esperienze personali, qualche volo pindarico. Non avrei mai pensato ci fosse la possibilità di esordire con un libro. E invece, complice il Corona Virus e la quarantena è nato questo libro.
Quali sono state le principali fonti di ispirazione per questo libro?
Innanzitutto l’ Irlanda e i suoi paesaggi.
Il libro per buona parte si svolge in quei luoghi. Poi il mio amore per gli scrittori che sanno creare un po’ di suspense attorno alla storia. Io leggo Ken Follett, Zafon, Matilde Asensi, Ildefonso Falcones. Anche Dan Brown mi piace per come riesce a descrivere determinati momenti e stati d’animo. Ho cercato di non copiare, ma da ognuno di questi scrittori ho sicuramente imparato qualcosa semplicemente leggendo le loro storie.
Alcuni scrittori portano sempre con sé agende per appuntarsi nell’immediato un possibile spunto. Altri, più tecnologici, utilizzano il cellulare. Capita anche a te di usufruire di taccuini e dispositivi tecnologici?
Io, pur essendo un tecnologico – ho due computer, due telefoni e svariati aggeggi elettronici – gli appunti li prendo a mano. Nella mia valigetta lavorativa c’è un bel bloc notes su cui mi appunto delle idee o degli spunti. Non tutti poi però sono poi utilizzabili. Nell’ Isola di Smeraldo mi ero appuntato un finale che pensavo funzionasse benissimo ed invece, scrivendo la versione definitiva della storia, mi si è prospettata davanti una fine diversa, che mi convince di più e trovo più giusta.
C’è una storia dietro la nascita dei personaggi dell’ex poliziotto italiano, della ricercatrice irlandese, del killer psicopatico e di una bellissima storia d’amore?
Nessun riferimento autobiografico. Ho però uno spirito di auto immedesimazione molto alto, per cui ho provato non solo a descrivere i personaggi, ma ad “essere” loro, ad immaginare le loro emozioni e ad entrare “nelle loro scarpe” come dice un detto irlandese. Andrea Cinti potrei essere io se, alcune cose fossero andate in modo diverso, nella mia vita. Fortunatamente non è stato così. Chi, nella vita, non ha mai avuto la tentazione di “mollare tutto” ed andarsene? Io si e credo anche molti altri. Ecco: Cinti è uno che l’ha fatto. La prima volta che sono stato in Irlanda ci sono stato da solo. Ricordo che ho provato delle emozioni pazzesche. Probabilmente le stesse che prova il mio protagonista nello scegliere di andare a vivere sulla costa dell’Oceano Atlantico. La storia d’amore non poteva non nascere, tra due persone così. Ma non è la solita storia d’amore. Andrea e Ireth sono due persone entrambe indipendenti, con un bel carattere deciso. Ci saranno scintille tra i due.
I luoghi incantevoli d’Irlanda descritti nel libro, sono luoghi da te conosciuti? In che frangenti?
L’Irlanda è una sorta di mia seconda casa. E’ la nazione che ho visitato di più, Italia esclusa, e nella quale mi trovo benissimo. Amo i posti, le scogliere, i panorami, ma amo anche la gente d’Irlanda, la loro cordialità, la loro ospitalità. I luoghi descritti nel libro li conosco benissimo ed in ognuno ci sono stato almeno quattro o cinque volte. Quest’estate avrei dovuto tornare con mia figlia proprio sui luoghi del libro, ma credo saremo costretti a rimandare al prossimo anno. Anche i riferimenti storici utilizzati nel libro sono accurati: ho voluto, seppur in un romanzo assolutamente di fiction, collocare alcune cose al posto giusto e nel momento giusto.
Quali sono, se ci sono, i tuoi progetti futuri letterari?
Aspetto di capire se il libro avrà un discreto seguito. La prima accoglienza e le risposte che sto avendo, anche di vendita, sono molto positive, ma sono prudente e voglio capire nei prossimi due/tre mesi come andranno anche le vendite. Al momento il libro è disponibile solo su Amazon, ma sto avendo delle richieste per presentarlo “live” e stiamo valutando l’opportunità di farlo e di renderlo disponibile anche in qualche libreria. Vorrei comunque che la storia avesse un seguito. Credo che i personaggi principali del libro abbiano ancora molto da dire e io sicuramente delle storie da raccontare. Diciamo che qualche pagina di un eventuale seguito è già pronta.
Paolo Zippo che tesoro vorrebbe trovare?
Mi rendo conto di averne trovati già di diversi, nella mia vita. Come capita a tutti ci sono stati momenti di alti e bassi, ma sostanzialmente ho potuto fare il lavoro che sognavo da bambino e qualche successo in quel campo l’ho ottenuto; da qualche anno ho un’attività imprenditoriale parallela alla radio che funziona in modo egregio e la mia vita privata è assolutamente felice. Mi accontento e spero che le cose proseguano in questo modo, anche se il Covid-19 ha creato un notevole sconquasso in tutte le attività imprenditoriali, per cui nei prossimi mesi ci dovremo tirare su le maniche. I prossimi tesori ,invece, spero li trovi mia figlia. La sua generazione ne ha davvero bisogno.
Io ringrazio di cuore Paolo Zippo, ovviamente un grande in bocca al lupo per il libro ma auguri soprattutto a sua figlia, alla mia e a tutti i giovani in generale, di poter trovare, come lui auspica, i propri tesori in tempi non facili.
Aspettiamo sicuramente il prosieguo del libro perché siamo curiosi del seguito che i protagonisti hanno in serbo per noi (e poi alcune pagine sarebbero già pronte, sarebbe un peccato non usufruirne).