Live Art Project: una Notte di Note Jazz

Andare ad ascoltare un concerto jazz è come accettare una sfida: il jazz, questo sconosciuto ai più (e nei più mi ci metto anch’io, da non  esperta del genere). A nominarlo si pensa all’America, agli anni Dieci e Venti del Novecento, alle band di colore, a New Orleans dove si racconta sia nato e a Chicago dove si sarebbe poi sviluppato e magari a qualche nome, tipo Louis Armstrong, Duke Ellington, o più vicino ai giorni nostri, Herbie Hancock poi passato alla fusion; agli ottoni, ai botta e risposta fra i fiati, al ritmo della batteria e del contrabbasso.

Genere raffinato, considerato per pochi eletti. Ma è davvero così? Sfida accettata, una data, un’ora: 25 marzo, ore 21.30, Teatro Dario Fo di Camponogara, concerto di Live Art Project, un collettivo di musicisti con collaborazioni attive a livello nazionale ed internazionale, collettivo di cui fa parte il sassofonista Mattia Dalla Pozza, originario della nostra Riviera della Brenta. Questo giro la proposta è in tutto e per tutto jazz, arricchita dalla presenza della tromba di Fabrizio Bosso.

 

Senza addentrarmi in discussioni tecniche su arrangiamenti, esecuzione, scelta dei brani quello che mi è arrivato da quel palco, quasi rimpicciolito e racchiuso come a proteggere gli strumenti e gli amplificatori, è stato l’affiatamento fra musicisti, il capirsi con un cenno, un gesto, uno sguardo, un mezzo sorriso; anche senza aver provato prima con il superospite si intendevano alla perfezione.

Mi è arrivata la passione per quelle note, l’adrenalina che pulsava nelle vene, fluiva dalle mani fino ai polpastrelli delle dita e scorreva dentro agli strumenti, lungo le corde, sui tasti di ebano e avorio e su quelli di ottone, sulle pelli del rullante, caricando di energia positiva e buone vibrazioni il palco e dal palco si riversava sulla platea e si lanciava in alto riscaldando la galleria.

Mattia Dalla Pozza (foto di Martina Zilio)

Mi sono arrivati gli equilibrati virtuosismi di un talento mai esibizionista su arrangiamenti curati che hanno lasciato spazio all’improvvisazione.

Se qualcuno a proposito del jazz ha affermato che la sua forza sta nella libertà di sperimentare e di sbagliare, personalmente aggiungerei che imparare a suonare il jazz significa cogliere tutto quello che la musica può regalare.

LIVE ART PROJECT

Special Guest Fabrizio Bosso – tromba

Mattia Dalla Pozza – sax

Matteo Alfonso – piano/keys

Federico Pierantoni – trombone

Marcello Abate – chitarra

Riccardo Di Vinci – contrabbasso

Marco Soldà – batteria

 

Argya Lydon
Introspettiva, riflessiva, amante della creatività, nasco sotto il segno della Bilancia nell'anno di Disco Inferno. Ascolto musica al di qua della techno trance e dell'heavy metal, per i quali ammetto di averci provato, senza riuscirci. Chiedo sempre a tanta musica e a tanti libri di aspettarmi, per dare una ragione alla vita che rimane. Secondo me è il concetto di aver cura del proprio tempo in questa dimensione. So di non sapere, ma faccio il possibile per colmare le lacune. Collaboro con coloro che nutrono, coltivano e curano un po' di pragmatica follia. In continua evoluzione..
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