Mattatoio5: tra arte visiva e sonora. L’intervista

Da Vonnegut a Piranesi attraverso unioni e commistioni di suoni, video e danza, i Mattatoio5 ci svelano i retroscena sul nome della band, la mostra “Fix Me” e i progetti in cantiere.

Ossessiva, incalzante, a tratti ipnotica, astratta da se stessa e dai soliti schemi triti e ritriti caratteristici del “brano” tradizionale: nella loro presentazione ufficiale la definiscono “musica elettronica/post rock”. I Mattatoio5, band a metà tra le province di Padova e Venezia, rientrano a pieno titolo fra i gruppi più sperimentali attivi nel nostro territorio, non solo dal punto di vista musicale. Combinano infatti sonorità anticonvenzionali a immagini, effetti visivi e coreografie live che puntano a coinvolgere udito e vista in un’esperienza proiettata oltre il mero ascoltare. Sono loro stessi, Davide, Filippo e Tommaso, a parlarne in questa intervista per Me Magazine.

Mattatoio 5 live
  • Da dove deriva il nome della vostra band, Mattatoio5? Non lo trovate un po’ truce?

Davide: Ci ha ispirato l’omonimo libro di Kurt Vonnegut, “Mattatoio n. 5” appunto. Lo abbiamo letto e ci è piaciuto per la sua vena fantascientifica, e come si sa, la fantascienza da un mondo lontano nel tempo e nello spazio ti parla di te. Nel romanzo, il Mattatoio n. 5 è un rifugio dai bombardamenti della Seconda Guerra Mondiale ed il protagonista, Billy Pilgrim, viaggia con la mente per sfuggire alla quotidianità: questo è ciò che percepiamo della nostra musica: la intendiamo come una sorta di “rifugio” da ciò che ci circonda e come uno strumento per vagare col pensiero.

  • Quello che balza agli occhi nei vostri live, oltre che alle orecchie, è la commistione di performance musicale-sonora e performance visiva. Cosa influenza cosa?

Filippo: Probabilmente è l’elemento visivo ad influenzare quello sonoro. Per i brani che abbiamo creato finora, l’idea di base proveniva dai video, sui quali Tommaso ha composto e adattato i testi. Adesso cerchiamo di rendere anche i video più coesi e coerenti con la nostra musica, con l’intento di dar vita ad un’esperienza più completa, che ci porti a suonare in luoghi diversi, non solo nei pub, modellando gli spettacoli sulla location. L’anno scorso abbiamo conosciuto Samuela Barbieri [performer e danzatrice formatasi fra Italia e Francia, n.d.r.] che collabora con noi nelle esibizioni dal vivo (e probabilmente anche nei prossimi video), dove introdurremo anche dei richiami teatrali con maschere. Il nostro messaggio parte dalla musica e arriva al visual.

Mattatoio5 live
  • Avete all’attivo un album, uscito a novembre 2015, “Cheap Pop”. Come mai questo titolo, visto che non si tratta di un album pop, e perché “cheap”?  Cosa sottintende per voi?

Filippo: Il titolo dell’album deriva dalla canzone omonima: in qualche modo volevamo avvicinare il pubblico a situazioni complicate, rendendole più “popolari”. In questo pezzo ci sono due realtà a confronto, rese attraverso l’alternanza di due voci, una sintetizzata ed elaborata, l’altra naturale, entrambe di Tommaso. La medesima alternanza si ritrova nel video che accompagna il brano: da un lato una nave di migranti, nello specifico la Vlora –  il mercantile che nel 1991 sbarcò sulle coste italiane con il suo carico di 20.000 profughi albanesi – e dall’altro lato la vedetta militare che solca e sorveglia il mare per trarre a riva i naufraghi. Da una parte quindi abbiamo il popolo degli ospitanti, che vive l’arrivo dei migranti come una minaccia su di sé, dall’altra il popolo degli invasori sofferenti, in fuga verso una vita migliore ma sempre con gli occhi del pregiudizio puntati addosso.

  • Il vostro album racchiude il concetto del viaggio nelle sue sfaccettature:  cosa implica e cosa nasconde in sé il viaggio?

Tommaso: A dire il vero ci siamo accorti in un secondo momento del fil rouge che lega le tematiche dei brani. Ho composto i testi quasi su commissione, seguendo le indicazioni di Davide e Filippo, per armonizzarli alle immagini video realizzate da loro. Sì, in “Cheap Pop” viene considerato il tema del viaggio da molteplici punti di vista: il viaggio spaziale e la nostalgia per la Madre Terra vista da lontano in “Because of You”, il viaggio dei migranti, come già detto, in “Cheap Pop”, il viaggio-allontanamento di una storia d’amore naufragata con i propri sbagli in “Only You”, il viaggio come relazione di coppia tra attese, tentativi di comprendersi, incomunicabilità in “A Different Speach”, il viaggio alla ricerca di una maggiore consapevolezza di sé fuori dalla gabbia d’oro delle cose materiali in “Mali” e il viaggio psichedelico nei meandri mentali in fuga dalla realtà opprimente in “Walking in the Garden”.

  • Come definite la vostra musica? Elettronica, trip-hop, prog, noir?

Davide: Bella domanda! Nella nostra musica convivono bene vari elementi, in primis l’elettronica che ha un ruolo fondamentale. Nessuno dei nostri brani è incasellato nella forma classica “strofa-ritornello” e comunque si regge lo stesso, animato quasi da vita propria. Quello che miriamo a trovare è un suono nostro, identificativo del nostro essere.

Tommaso: Credo ci sia dentro l’influenza di tutto ciò che ascoltiamo, ognuno di noi è libero di infondere il suo estro nei brani. Oltre all’elettronica ci sono il post-rock e la dark wave da cui provengo io e che piace anche a Filippo.

 

Mattatoio5 live

 

  • Chi vi ha ispirato maggiormente fra gli artisti che citate nel vostro spazio web su Bandcamp: Archive, Massive Attack, Unkle, Nine Inch Nails, Portishead?

Filippo: A dire il vero, nessuno di loro è prevalente dal punto di vista dell’ispirazione, pur essendo tutti artisti che ascoltiamo e che fanno parte del nostro background musicale. Poiché di solito dà un po’ fastidio non riuscire a categorizzare o quantomeno ad associare una proposta musicale a un genere già conosciuto, abbiamo elencato questi nomi per fornire un punto di riferimento agli ascoltatori.

Davide: Sul piano degli arrangiamenti siamo vicini ai Blonde Redhead, band formata da due gemelli italiani trapiantati negli Stati Uniti e una cantante giapponese, partiti dal noise degli anni ’80 e ora convertiti all’elettronica.

Mattatoio5 live
  • Davide e Filippo fanno parte dell’Associazione Frequenze Visive, quindi sperimentazione ed esplorazione della fotografia: vi è successo che la scintilla per creare un nuovo brano sia partita da una immagine?

Davide: Come Frequenze Visive siamo stati coinvolti dal Comune di Vigonovo in un progetto di documentazione del percorso di allenamento della mente nei malati di Alzheimer, attraverso la redazione di diari e di fotografie, esposte nella mostra itinerante “Fix Me”, titolo ambivalente, che richiama sia la traduzione italiana “Fissami”, sia il procedimento del “fissaggio” degli scatti, sviluppati tutti in camera oscura su carta fotografica. Come Mattatoio5 abbiamo registrato le voci di alcuni pazienti che inseriremo in un tessuto musicale e visivo, amalgamandole ad immagini di degradamento e malattia proiettate a video: l’effetto che ne scaturisce è di assoluto spiazzamento.

Ci esibiremo dal vivo in un breve concerto di venti minuti il 2 giugno alle ore 21.00 presso il Museo della Bonifica di Ca’ Vendramin a Taglio di Po (RO), all’interno di una cornice molto particolare, fra gli impianti utilizzati per la bonifica del territorio da una parte e tre schermi di due metri per tre dall’altra. Samuela Barbieri danzerà cosparsa di polvere bianca, Tommaso si occuperà dei synth e dei sampling e la lettura dei diari – inclusi nel catalogo della mostra – sarà curata dallo straordinario attore Vasco Mirandola, che molto gentilmente ha sposato il progetto ed accettato il nostro invito.

Mattatoio5 live
  • State lavorando a un nuovo album? Quale sarà il vostro prossimo viaggio?

Tommaso: Sì, siamo in pieno “work in progress” su un nuovo lavoro a studio, questa volta ispirato alle Carceri Immaginarie, una serie di tavole dell’illustratore moglianese del XVIII secolo Giovanni Battista Piranesi, caratterizzate da scorci prospettici audaci e irreali, che si prestano a diventare emblematici della frustrazione e del senso di oppressione contemporanei.

Filippo: Sono così strane le prospettive di Piranesi, ti spiazzano e rendono difficile capire cosa hai davanti, cosa esiste realmente e cosa no… per cui continuiamo con l’effetto straniamento, ormai è diventato la nostra mission! (ride).

  • Quali difficoltà incontrate nel proporre la vostra musica? Come vedete e percepite la situazione musicale italiana underground? Cosa proponete di fare?

Davide: Purtroppo spazi non ce ne sono e questa è la difficoltà maggiore. Riteniamo che si debbano cercare e creare strade alternative per suonare, sfruttando tutte le situazioni possibili,  non necessariamente nei contesti dei locali. Ne è un esempio la mostra fotografica “Fix Me” in cui suoneremo per un miniconcerto di venti minuti.

Filippo: Stiamo portando avanti un progetto che si configura come uno spettacolo completo, una commistione di elementi sonori ed elementi visivi. Ciò che ci interessa è catturare l’attenzione del pubblico con proiezioni e musica, non ci consideriamo animali da palcoscenico.

Tommaso: Sì, miriamo a superare la classica impostazione della “band esibizionistica”: la musica per noi è una colonna sonora, chi la esegue non è il protagonista ma il coautore di un’esperienza che coinvolge, oltre all’udito, anche gli altri sensi.

Mattatoio5 live

Appuntamento dunque venerdì 2 giugno 2017 alle ore 21.00 in quel di Taglio di Po (RO), presso il Museo della Bonifica di Ca’ Vendramin per visitare la mostra itinerante “Fix Me”, guardare e ascoltare la performance audio-video-tersicorea dei Mattatoio5 con Samuela Barbieri impreziosita dai reading di Vasco Mirandola.

 

Mattatoio5

Tommaso Meneghello – voce, basso

Davide Truffo – chitarra

Filippo De Liberali – synth, programming e visual

 

Mattatoio5 su Facebook

Mattatoio5 “Cheap Pop” album su BandCamp

 

Argya Lydon
Introspettiva, riflessiva, amante della creatività, nasco sotto il segno della Bilancia nell'anno di Disco Inferno. Ascolto musica al di qua della techno trance e dell'heavy metal, per i quali ammetto di averci provato, senza riuscirci. Chiedo sempre a tanta musica e a tanti libri di aspettarmi, per dare una ragione alla vita che rimane. Secondo me è il concetto di aver cura del proprio tempo in questa dimensione. So di non sapere, ma faccio il possibile per colmare le lacune. Collaboro con coloro che nutrono, coltivano e curano un po' di pragmatica follia. In continua evoluzione..
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