Milano Fashion Week: ultime sfilate. Memagazine era li per voi. Antonio Oliver e Ankonè.

Al termine le sfilate a Milano, nessuna in presenza, tutte in digitale. Un’edizione per le collezioni del prossimo autunno/inverno che festeggia un compleanno non proprio piacevole: un anno in cui la moda si è dovuta rappresentare solo in digitale. Ma noi l’abbiamo raccontarvela lo stesso.

Rieccoci dunque all’appuntamento con la Milano Fashion Week e la Paris Fashion Week per la presentazione delle collezioni autunno inverno 2021-22. E con le sfilate trasmesse tutte in digitale. Alla fine di questa sessione di sfilate è giusto un anno che la moda ha iniziato a soffrire per l’assenza della fisicità, per la mancanza del contatto personale, per il distanziamento dovuto alle presentazioni, alle conferenze stampa, alle sfilate ormai condizionate dalla trasmissione digitale. Un anno in cui il mondo si è chiuso in casa. Il digitale da una mano, per carità, ma costa di più e rende molto, ma molto meno.

Da allora, settori come il turismo e la moda hanno passato un annus horribilis in cui non solo sono diminuiti i consumi e i fatturati, quelli dei marchi e quelli della pubblicità (quella dei giornali e delle piattaforme digitali) ma è anche calata l’attenzione generale verso la moda e i viaggi, data l’impossibilità a viaggiare. Tranne che in Cina e in buona parte dei mercati asiatici, dove la ripresa è arrivata prima e forte, e tranne che per gli operatori del settore che hanno subito un doppio trauma: amanti degli scambi personali si sono arresi alle apparenze degli schermi, avvezzi ai viaggi si sono arresi alla dittatura della scrivania, abituati a vestirsi per apparire si sono convertiti allo Zoomwear: vestiti bene fin dove arriva l’inquadratura della piccola camera da presa fissata sullo schermo del pc. Sotto, i pantaloni del pigiama.
Comunque sia, la moda è uno dei fiori all’occhiello dell’economia italiana e del Made in Italy ed è per questo che abbiamo accettato l’invito di LifeTv a partecipare in numero ridottisstimo (fotografi, cameramen e giornalisti e nessun altro) a due sfilate di due marchi che dell’eleganza italiana ne hanno fatto un “must”.

Il primo è quello di Antonio Oliver, brasiliano di origine, vive in italia dal 1992 da quando Milano lo ha chiamato perche ragazzo talentuoso e sicuramente inclìne alla sartoria di stile italiano. Ci ha presentato la sua collezione fatta di satin, toulle, strasse, pizzo, macramè, tutte in tonalità bianco o beige, di ispirazione al cinema di Hollywood anni 30. Molto particolari i capi che, a mio avviso, sono adattissimi per cerimonie fastose, alcuni potrebbero sicuramente essere abiti da sposa.

La seconda uscita è quella del marchio Ankonè, di Irina Bogdanova, una pianista russa che 3 anni fa è arrivata a Milano come modella ed ha subito capito che doveva trasformare la sua arte in qualcosa di concreto. Ha deciso di creare la sua linea elegante, senza mai perdere di vista, però, la comodità. Una donna, dice Irina, deve essere bella, ma deve sentirsi anche comoda nel muoversi.

modello veneziano
La moda, dunque, come tanti altri prodotti d’eccellenza italiani, vanno protetti, vanno enfatizzati e quello chemi sento di suggerire sempre, è quello di comprare il più possibile italiano, non solo capi d’abbigliamento. Ricordiamoci che l’Italia ha la migliore cucina al mondo, i migliori prodotti, la produzione di mobili più importante del mondo, nel caso della nostra Riviera del Brenta, la produzione di calzature di lusso più importante del mondo.
Evviva la moda Italiana, ambasciatrice del “Made in Italy in the World”.

