Obesity day: Il decalogo. Smettere di utilizzare il termine “dieta”

Il 10 Ottobre è stato l’Obesity-day, giorno dedicato a questa, ahimè, triste patologia che va curata non più in solitudine ma, al contrario, facendosi aiutare da esperti e soprattutto “in compagnia”, senza più temere giudizi o, peggio ancora, subire vere e proprie “emarginazioni”. Si, perché essere obeso, significa essere diverso e quindi…allontanato. Ne so qualcosa, anzi, ne so moltissimo. So quanto male fa non essere accettati per i chili in più.

Scopriamo insieme quale centro medico può davvero aiutarci.
Visita il sito di Obesity Day e seleziona la tua regione.
Affidati a persone competenti e via…verso una nuova vita.

 

L’obesità è una malattia da affrontare in maniera integrata.

In Italia è sovrappeso oltre 1 persona su 3 (36%, con preponderanza maschile: 45,5% rispetto al 26,8% nelle donne), obesa 1 su 10 (10%), diabetica più di 1 su 20 (5,5%) e oltre il 66,4% delle persone con diabete di tipo 2 è anche sovrappeso o obeso.

La Campagna Obesity Day punta annualmente a far conoscere la prevalenza, la gravità e lo stigma correlato all’obesità.
L’obesità è una patologia epidemica e gli interventi di prevenzione, fino ad ora, si sono dimostrati inefficaci perché basati sul paradigma della responsabilità personale. In questa ottica il soggetto ingrassa perché non rispetta le regole. Al contrario, gli esperti sono concordi sul fatto che l’obesità è una condizione complessa che deriva dall’interazione di fattori genetici, psicologici e ambientali.

In molti casi, purtroppo, la persona con obesità è vittima di stigma sociale e mediatico che finisce per condizionare la propria qualità di vita.

L’Obesity Day vuole affrontare lo stigma sull’obesità per puntare a:

  • Aumentare la consapevolezza dell’impatto dello stigma sul peso e di cosa si può fare al riguardo, per migliorare la qualità di vita delle persone
  • Aumentare il coinvolgimento delle Istituzioni, dei medici, delle persone e dei media e incoraggiare l’impegno a considerare la gravità clinica che l’obesità rappresenta
  • Aiutare le persone a superare le barriere che sorgono a causa dello stigma, che può impedire loro di ottenere il trattamento medico ottimale di cui hanno bisogno.

Il Manifesto proposto da IO-NET (Italian Obesity Network) e condiviso da ADI (Associazione Italiana di Dietetica e Nutrizione Clinica), Fondazione ADI, SIO (Società Italiana dell’Obesità), SIEDP (Società Italiana di Endocrinologia e Diabetologia Pediatrica), IBDO Foundation (Italian Barometer Diabetes Observatory), Fondazione per la Ricerca in Endocrinologia, Italian Wellness Alliance, Milano Obesity Declaration, SIMG (Società Italiana di Medicina Generale e delle Cure Primarie) e Amici Obesi (Associazione Nazionale Pazienti Obesi), intende identificare una roadmap sulla quale agire per migliorare la qualità di vita delle persone con obesità.

Dr. Giuseppe Fatati

Presidente IO-Net e Fondazione ADI

Renato Trincanato
La vita...è un viaggio. Dunque, viaggiate! Chi sono io? Prima di tutto sono fin troppo razionale...l'istinto lo uso molto poco e prima di fare delle scelte devo pensare parecchio. Sono molto realista, non mi creo illusioni, non spero in cose su cui non c'è più speranza. Accetto la realtà,ma spesso non la condivido. Sono anche romantico sotto un certo punto di vista. Sono permaloso (nei limiti): una battuta a cavolo nel momento sbagliato sul mio carattere, sul mio abbigliamento o su qualsiasi altra cosa può essere fatale per la mia ira... Sono nervoso perennemente, credo...mi preoccupo per mille persone e prima di qualche prova importante sono sempre in tensione. Sono anche molto altruista, se un amico/a ha bisogno di sfogarsi io ci sono in qualsiasi momento, garantito. Sono io.
LIFESTYLE Nutrizione
Previous reading
Da Kandinsky a Botero. Tutti in un filo: dal 1 novembre in mostra a Venezia
Next reading
No Gender Make Up: di che si tratta?