Pollice opponibile – Ludopatia

Quante volte abbiamo messo in dubbio l’intelligenza del genere umano? Quante volte abbiamo giudicato l’agire dei nostri governi dissennato, oppure il comportamento di qualche conoscente quantomeno stupido? Se dobbiamo credere alla teoria evolutiva, cioè che l’uomo deriva dalla scimmia, c’è da dubitare che il processo sia veramente giunto a conclusione. Anzi, se studiassimo a fondo i comportamenti sociali dei nostri amici primati capiremmo che, spesso, avremmo solo da imparare. Analizzando le regole tribali che governano la nostra società sembrerebbe che, sempre più spesso, la nostra indole ancestrale prenda il sopravvento e finiamo per comportarci, per l’appunto, da scimmie.

Solo i primati e l’uomo, salvo alcune eccezioni, hanno il pollice opponibile, sono cioè in grado di sovrapporre il pollice alle altre dita della mano. Questa è, ad esclusione del sopracitato intelletto, ciò che ci accomuna maggiormente ai nostri cugini. Vedendo ciò che ci accade intorno però, non sono così sicuro che alle scimmie faccia poi tanto piacere essere accostate all’uomo. Io, al posto loro, prenderei le distanze…

Pollice opponibile vuole essere una rubrica che analizza alcune delle stramberie del genere umano che, per stupidità, ignoranza e talvolta malvagità dovrebbero farci riflettere sul fatto che, forse, secoli e secoli di evoluzione hanno avuto anche effetti collaterali perniciosi.

In questa prima puntata parleremo di una piaga sociale sempre più diffusa: la ludopatia.

Dati di fine 2016 certificano che i “malati da gioco” in Italia sono oltre un milione, oltre il 16% della popolazione. Significa che sedici persone su cento hanno un disturbo compulsivo per il gioco d’azzardo. In altre parole, per dare una dimensione del problema, se prendiamo il comune di Camponogara, ad esempio, che conta circa 13.000 persone, circa 2.000 individui non sono in grado di trattenersi davanti a una slot machine, oppure a un gratta e vinci o un poker on-line. Vi sembrano pochi? Chi non ha visto almeno una video slot in ciascuno dei paesi della nostra bella Riviera? Restando a Camponogara, chi non ha notato, proprio in centro, che una ha preso il posto di un’agenzia immobiliare? A parte la crisi del settore, sembra che la nostra società stia preferendo il giocare al costruire.

I numeri aiutano a inquadrare la realtà, perché non possono mentire (a patto che siano veritieri, certo). Ebbene, in Italia si contano più di 330.000 (trecentotrentamila!) slot machine, circa una ogni 200 abitanti. Abbiamo più macchinette che supermercati, scuole, librerie. E sono sponsorizzate dallo stato: la legalizzazione di poker on-line e sale giochi sono il frutto di una legge di qualche anno fa. Legge che si sta dimostrando poco lungimirante: in seguito all’aumento di persone malate, il disturbo compulsivo da gioco d’azzardo è ora riconosciuto dal DSM (Manuale dei Disturbi Mentali), la “Bibbia” riconosciuta a livello mondiale, tanto che tale patologia è curata dal Sistema Sanitario Nazionale. Quindi con una mano lo Stato incassa le percentuali sul gioco d’azzardo, con l’altra finanzia con la Sanità le cure per i malati da gioco. Allo stato attuale, solo alcune decine di migliaia sul milione totale sono in cura, ma sono numeri destinati ad aumentare. Senza contare poi che una certa percentuale delle sale da gioco sono in mano alla criminalità organizzata. Quindi ricapitolando: una parte dei proventi dal gioco d’azzardo viene investito in traffici illeciti, una parte va allo Stato (ma che poi restituisce alla Sanità), e nel mentre il giocatore porta a casa solo frustrazione invece della spesa. E le scimmie, intanto, ridono a crepapelle.

I media ci dicono “Gioca responsabilmente“, ma io mi sento solo preso per i fondelli. Mi viene in mente la mamma che lascia solo il bambino davanti a patatine, merendine e caramelle e poi, girandogli volutamente le spalle, gli dice “non mangiarne troppe che ti fanno male”. In entrambi i casi infatti, è più facile girarsi dall’altra parte e dare il contentino, invece di investire in cultura ed educazione.

Precisazione doverosa: le slot machine elettroniche erogano soldi in maniera non casuale. L’uscita è sempre una percentuale delle entrate; alcuni esperti dicono il 65%. O forse qualcuno pensava che facessero beneficenza? E i gestori lo sanno bene, dal momento che possono verificare lo stato della macchinetta in questione e capire quando è “matura” e pronta per pagare. Nel qual caso mandano i loro ganci a riscuotere quanto, per pura fatalità, la macchinetta è programmata a fare. Ricordo un esauriente servizio de Le Iene di qualche anno fa in merito. Quindi ad arricchirsi sono ancora una volta sempre gli stessi, mentre tutti gli altri continuano a coltivare illusioni.

Detto questo, ciascuno di noi è libero di investire le proprie risorse come meglio crede, non è il gioco d’azzardo a essere in discussione ma la leggerezza con cui viene venduto da un organo, come lo Stato, che dovrebbe invece vigilare e investire per migliorare la qualità di vita dei propri cittadini. Altra precisazione doverosa: sulla ludopatia non si scherza, chi soffre di questo disturbo merita rispetto e supporto, è vittima di un sistema che non fa nulla per risolvere il problema, anzi ne incentiva la diffusione.

Quindi giocate, ma ricordatevi di farlo “responsabilmente”. Ora vi lascio che devo andare di corsa a comprare i gratta e vinci, altrimenti poi arrivo in ritardo all’appuntamento con gli amici alle video slot. Tanto posso smettere quando voglio, in barba a quanto dice lo psichiatra che mi ha in cura.

Stefano Baldoni on BloggerStefano Baldoni on EmailStefano Baldoni on FacebookStefano Baldoni on LinkedinStefano Baldoni on TwitterStefano Baldoni on Youtube
Stefano Baldoni
Vivo a Camponogara. Nel 2012 ho pubblicato il mio primo romanzo, un thriller dal titolo “La gabbia invisibile”, edito dalla Greco&Greco di Milano. Amo scrivere e suonare il basso elettrico, giocare a calcio, leggere, ballare. Sono appassionato di vini: nel 2007 ho conseguito il diploma di sommellier.
Costume e Ilarità LIFESTYLE
Previous reading
Rdb…qb! Trattoria “Alla Vida”, Mira Porte.
Next reading
Come Fare Per Recuperare Al Meglio Nella Corsa