Sacro o Sagrantino? Il borgo segreto dell’Umbria con un tesoro nascosto nel bicchiere: la vista mozzafiato e il mistero di questo luogo incantato

Montefalco

Nel cuore dell’Umbria, tra valli incantevoli e terre ricche di storia, si erge Montefalco, un borgo pittoresco noto come la “Ringhiera dell’Umbria“. Non solo per la sua bellezza scenica, ma anche per la celebrazione di uno dei vini più pregiati d’Italia: il Sagrantino. Questo articolo si immerge nelle meraviglie di Montefalco, scoprendo il suo patrimonio culturale, l’identità vitivinicola e la gastronomia della zona.

Montefalco: un borgo tra storia e natura

Montefalco è senza dubbio uno dei borghi più suggestivi d’Italia, esasperato dalla sua posizione privilegiata che offre una vista mozzafiato sulle valli circostanti. Dalla sua altezza, il visitatore può ammirare i panorami che si estendono fino ai fiumi Clitunno e Tevere, oltre a scorci unici su Assisi, Spello e Perugia. Chiamato “Ringhiera dell’Umbria” sin dal 1568, Montefalco ha una tradizione storica che si intreccia con la bellezza del suo territorio. Questo borgo è avvolto da vigneti e uliveti che raccontano storie di secoli passati.

Il nome “Montefalco” deriva dall’antica pratica della caccia al falcone, particolarmente amata dall’imperatore Federico II durante il XIII secolo. Qui ogni angolo è un testimone del passato, con reperti artistici e un patrimonio culturale che risplende attraverso l’arte e l’architettura che caratterizzano il comune. Passeggiare per le sue strade è un viaggio nel tempo, un modo per connettersi con le radici di un territorio che celebra le proprie tradizioni.

L’identità del territorio attraverso il vino

La ricca storia vitivinicola di questo angolo d’Umbria ha origini molto antiche, ma l’autentica valorizzazione del suo paesaggio è iniziata dopo la Seconda Guerra Mondiale. Montefalco si è affermato come un centro vitivinicolo di eccellenza, agevolando la crescita e il riconoscimento dei vitigni autoctoni. Questi vitigni non solo incarnano le caratteristiche del suolo umbro, ma riflettono anche il profondo legame con l’ambiente locale.

Il Sagrantino, vitigno particolare di Montefalco, diventa così un emblema della tradizione vitivinicola umbra. Il nome stesso “Sagrantino” richiama alla mente le sue antiche origini, legate a rituali e momenti speciali. Secondo la storia, sembra che i frati francescani abbiano introdotto questo vitigno nella zona intorno alla metà del ‘400. Non si tratta solo di una pianta, ma di una narrazione che si intreccia con la cultura e le abitudini locali.

Sacro o Sagrantino? Il borgo segreto dell’Umbria con un tesoro nascosto nel bicchiere – Scopri la vista mozzafiato e il mistero di questo luogo incantato! – (Credit: turistipercaso.it)

Col tempo, il Sagrantino ha guadagnato rispetto e notorietà, passando da un vino prevalentemente passito fino al 1925, anno in cui ha fatto il suo debutto la versione secca. La tradizione di appassimento alla luce dei graticci di canne ha permesso di mantenere il sapore intenso e ricco di questo vino. I tralci di Sagrantino, arrampicandosi sulle mura delle case, hanno quasi decorato il borgo, trasformandolo in un’opera d’arte vivente.

Montefalco sagrantino: un vino di eccellenza

Entrando nel panorama vitivinicolo, il Montefalco Sagrantino DOCG è considerato uno dei vini più prestigiosi dell’Italia. Riconosciuto con la denominazione nel 1992, la sua storia recente è particolarmente affascinante. Negli anni ’70, questo vino monovitigno ha iniziato a farsi conoscere al di fuori dell’Umbria, conquistando i palati di tutto il mondo grazie alle sue caratteristiche uniche.

Il Sagrantino DOCG, che si presenta in versioni sia secche che passite, può vantare un intenso colore rosso rubino, arricchito da sfumature violacee. Durante l’assaggio, il vino si rivela complesso ed avvolgente. Gli aromi si mescolano creando profumi di frutti rossi come il mirtillo e la visciola, mentre dalle note floreali emerge la violetta. Con l’affinamento in botti di rovere, il vino si arricchisce di aromaticità terziarie: vaniglia, cioccolato e spezie sono solo alcune delle meraviglie racchiuse in ogni sorso.

Un bicchiere di Montefalco Sagrantino evoca esperienze profonde. La temperatura ideale di servizio oscilla tra i 16-18 °C, facilitando la giusta ossigenazione che sprigiona il bouquet aromatico in tutto il suo splendore. Questa opulenza rende il Sagrantino l’accompagno perfetto per piatti ricchi e saporiti.

Sapori umbri: abbinamenti gourmet per il vino

Il Montefalco Sagrantino secco trova il suo partner ideale negli arrosti e nelle preparazioni a base di carne. Che si tratti di carne rossa, capretto o selvaggina, l’abbinamento è sempre sorprendente. La tradizione culinaria umbra valorizza ingredienti freschi e di qualità, trasformando la semplicità in raffinatezza. Il sugo di cinghiale, per esempio, è un condimento spettacolare per la pasta all’uovo, un connubio che celebra i sapori forti e decisi del territorio.

Un altro piatto tipico è la lepra, preparata con precisione per esaltare il suo sapore aromatico. Le pappardelle al sugo di lepra sono un’opzione impareggiabile per i pranzi festivi. Il Palombaccio all’umbra, a sua volta, offre un assaggio autentico e prelibato, anestetizzando il palato con la sua complessità, esaltata da ingredienti come vino rosso e aromi freschi.

Per chiudere un pasto in bellezza, il Sagrantino passito si sposa magnificamente con dolci tradizionali. Crostate con confetture di frutti rossi o ossi dei morti sono solo alcune delle delizie che accompagnano questo vino dolce. Le preparazioni tipiche, come l’attorta a base di mele, riflettono l’amore per la tradizione gastronomica di Montefalco.

Profondità e ricchezza di sapore caratterizzano una cucina che, pur nella sua semplicità, offre esperienze culinarie indimenticabili e legate fortemente al territorio umbro.