Solidarietà: nuovi poveri, nuove famiglie senza cibo e vestiti. Aiutiamole.


In Italia la povertà è esplosa in tutta la sua drammaticità. E non solo tra le persone più indigenti; difficoltà e grandi disagi riguardano anche la media borghesia. Tra i nuovi poveri ci sono pure “proprietari di case”. Ho per caso letto un’intervista ad un sacerdote di Roma, don Antonio Pompili, parroco di San Martino I Papa, nella capitale. “Ci sono diverse famiglie della media borghesia – spiega don Pompili – che per avere perso il lavoro devono fare i conti con il pezzo di pane da portare a tavola ogni giorno”. Il sacerdote parla di un caso emblematico di famiglia medio borghese che da un giorno all’altro si è trovata a dovere fare i conti con disagi e grosse difficoltà: “C’è una famiglia con due figli in età scolare, per esempio, sono anche proprietari della loro casa. Fino a non molto tempo fa vivevano in modo agiato, ora fanno fatica a vestire i figli che frequentano la scuola elementare e le medie. Una storia che fa riflettere e fa capire che in tanti ci si può trovare in situazione di povertà da un momento all’altro”.
La pandemia, poi, ha fatto il resto. Spesso c’è vergogna ma in ultima analisi, anche se costa tanto in termini di dignità, molti sentono la necessità di raccontare le difficoltà, di dare un piatto di minestra calda ai figli, una maglietta lavata per frequentare (quando si può) la scuola. Tanti i padri di famiglia che non dormono più la notte, le madri che cercano di tenere unite le famiglie nonostante tutto e che dicono ce la faremo”.
Ecco lo scopo de mio articolo di oggi (ho provato e sto provando sulla mia pelle questa spiacevole situazione della quale non si ha colpa ma la sensazione di sentirsi inutili è predominante). Vorrei che fossimo più vicini ai nostri concittadini che si sono trovati dall’oggi al domani in questa situazione. Esistono moltissime forme di solidarietà ma, credetemi, quella primaria è sempre quella del cibo. La sensazione di tranquillità quando si ha la pasta ed il sugo per i propri ragazzi.
Vi segnalo qualche ente o associazione che continuano in questa impresa lodevole di aiuto auspicando però che i controlli siano molto forti e che le borse spesa non vadano consegnate a persone che, appena ricevuta, se la rivendono per poi prendersi il telefonino nuovo. Mi dispiace ma quelle persone non meritano nessun tipo di aiuto. Quelle persone sono li per portare via del cibo a famiglie che ne avrebbero un bisogno immenso.

Parto subito col Banco Alimentare. Esiste da molto e svolge davvero una funzione di assoluto rilievo in questo momento così tragico. Loro sono attivi quotidianamente e aspettano il vostro aiuto. Collegatevi al loro sito www.bancoalimentare.it

Nin di meno la Caritas che oltre a distribuire borse spesa, organizza pasti caldi per senza tetto o persone in gravi situazioni economiche fornendo loro anche vestiti. Per saperne di più www.caritas.it
Poi ci sono le varie parrocchie che spesso organizzano raccolte per poi donarle ai bisognosi. Magari controllate la vostra; potrebbe essere in accolta proprio nel momento che decidete di donare.
E ancora molti comuni che fungono da tramite tra governo centrale e cittadino erogando buoni spesa in base alle condizioni in cui si versa. Magari se conoscete qualcuno in difficoltà, aiutatelo a fare domanda presso gli uffici degli assistenti sciali. Ve ne sarà grato.
Ultime ma non ultime per le varie associazioni di volontariato sparse per tutta Italia. Ne ho viste tantissime in internet, impegnate nelle varie raccolte. Magari una del vostro paese o città è in raccolta. Aiutatela. Se invece non ce ne fossero e fate parte di una associazione o conoscete qualcuno che è membro di associazioni di volontariato, aiutatelo ad organizzarne una.

Vi segnalo anche una bella iniziativa della Barilla con gli “Abbracci” del Mulino bianco che vogliono essere una raccolta fondi per gli infermieri e le loro famiglie, infermieri che in questo anno sono chiamati al “fronte” di una guerra contro un nemico invisibile ma ci ha reso la vita un inferno. E loro, sono gli angeli che cercano di curare corpo e anima dei malati di Covid. Gli abbracci (di cui se ne avrebbe tanto bisogno) sono per loro.
Insomma, iniziamo la settimana con una buona azione, supportare le raccolte alimentare e vigilate, lo ripeto, affinchè la spesa giunga alla famiglia che ne ha davvero bisogno e non in mano a chi, poi, se la rivende.