Turismo, anche il 2021 sarà un anno in perdita. Già 8 miliardi persi nel primo trimestre

Turismo: anche il 2021 si preannuncia come un’anno terribile. Ce lo conferma l’analisi predittiva elaborata da Isnart-Unioncamere che ha stimato per il primo trimestre del 2021 una perdita di 7,9 miliardi di fatturato rispetto il 2019. Il dato era già stato elaborato a fine 2020 con l’ipotesi di uno scenario in cui il Covid-19 avrebbe continuato ad imporre forti restrizioni per spostamenti interni e soprattutto tra nazioni. Ipotesi assolutamente realizzata. Così tra gennaio e marzo 2021 ci sarebbe già una riduzione del 60% dei flussi italiani e dell’85% di quelli internazionali. Addirittura già tra luglio e ottobre 2020, circa un quinto di consumatori a livello mondiale aveva dichiarato cheavrebbe rinunciato ai viaggi internazionali citando tra l’altro, oltre alle restrizioni per il Covid, anche la motivazione di voler ridurre l’impatto ambientale. Ricordiamo che il turismo è circa il 12% del PIL mondiale, muove(va) oltre 800 milioni di persone tra cui circa il 19% si spostavano in aereo (sappiamo bene quanto inquina un aereo in volo). Ma la motivazione mi pare tanto una scusa per fare bella figura, anche se indubbiamente molto importante. Il vero fatto è che la paura del contagio è troppo grande. Basti vedere li dati 2020, la scorsa estate ben l’81% dei turisti italiani ha scelto mete in base a criteri di sicurezza e l’attività sportiva è stata la principale motivazione di vacanza. Tali comportamenti sono destinati a perdurare nel tempo, condizionando fortemente le scelte di destinazione. Le chance di una ripresa per l’industria turistica, rinviate a Pasqua, sono nuovamente auspicabili a partire da inizio estate.

Si allontana così, la ripartenza del settore
Il comparto chiude il 2020 con la perdita di 53 miliardi di ricavi rispetto al 2019, ultimo anno con totale libertà di viaggio. Il turismo che verrra? Il Turismo prossimo venturo, secondo me, vedrà il rilancio ripartire dai territori, la situazione è veramente drammatica e occorre fare ogni sforzo per far ripartire un comparto così decisivo per il nostro Paese. Il nuovo governo Draghi ha istituito nuovamente il Ministero del Turismo il quale deve cominciare, seriamente, a dare risposte in termini di ristori adeguati alle strutture che rischiano di chiudere ogni giorno e deve mettere in atto azioni tempestive, tagliate a misura di impresa: dal sostegno alla liquidità ai contributi per garantire la sicurezza dell’ospitalità sino agli interventi per la digitalizzazione. Inoltre, la continua collaborazione con le Regioni e le associazioni di settore, dovrà essere l’ordine del giorno per una programmazione da fare immediatamente. Non possiamo perdere più treni.

Ricodiamo che sono previsti circa 3 milirdi dal Recovery Fund (assolutamente insufficienti per quanto mi riguarda), ma finche si parla, si discute, di cerca di decidere, ci potrebbe fare, bisognerebbe…non si va avanti in questa maniera. Se i fondi sono previsti è bene che già siano sul campo per cercare di dare ossigeno alle strutture ricettive, di ristorazione, musei, infrastrutture. Se restiamo al palo, ci resteremo per sempre.
