Se ti trovi nelle Marche devi visitare assolutamente questo meraviglioso borgo, ecco dove si trova: i dettagli e le curiosità
Nascosto tra le dolci colline marchigiane, il borgo di Corinaldo offre una fusione affascinante di storia, leggenda e cultura gastronomica. Questo comune, situato a 18 km dalla costa adriatica, non è solo un luogo da visitare, ma un viaggio tra storie peculiari che rendono Corinaldo un posto davvero speciale. Conosciuto come il “paese dei matti“, qui la tradizione dell’autoironia e dello spirito vivace anima ogni angolo, rendendo la visita un’esperienza indimenticabile.
Corinaldo vanta una storia che affonda le radici nel Medioevo. Le sue origini sono legate al fenomeno del primo incastellamento, che ha portato alla costruzione di possenti mura difensive. Queste strutture, che ancora oggi delineano il profilo del borgo, testimoniano l’importanza strategica di Corinaldo durante le contese territoriali. Situato tra i fiumi Cesano e Misa, il borgo era uno snodo cruciale nei conflitti tra guelfi e ghibellini. Durante il XIV secolo, Corinaldo passò sotto il controllo dei ghibellini a causa dell’influenza del nobile Nicolò Boscareto. Questo portò all’assedio e alla distruzione del borgo da parte di Galeotto I Malatesta, comandante delle truppe papali, nel 1360.
La rinascita non tardò ad arrivare. Solo sette anni dopo, Corinaldo venne interamente ricostruito, grazie all’autorizzazione di Papa Urbano V, che avviò la creazione di una nuova cinta muraria. Oggi, quelle splendide mura medievali rappresentano uno dei migliori esempi di architettura difensiva in Italia. Inoltre, nel 1517, il duca Francesco Maria I Della Rovere tentò di conquistare il borgo, ma dopo 23 giorni di assedio abbandonò i suoi piani. Questa resilienza fu chiaramente notata e premiata da Papa Leone X, che elevò Corinaldo al rango di città.
Nei secoli successivi, Corinaldo si affermò come centro di sviluppo culturale e artistico. Tra il XVII e il XVIII secolo, famiglie nobili ed artisti contribuirono alla realizzazione di palazzi e chiese di grande valore. Claudio Ridolfi, per esempio, si trasferì a Corinaldo, lasciando un’impronta indelebile nella cultura locale. Oggi, passeggiando per le vie di questo borgo medievale, è facile percepire il peso della sua storia, un racconto ricco di eventi tragici e di successi che hanno forgiato il carattere resiliente della comunità.
Leggende e miti: il fantastico mondo di Corinaldo
Corinaldo non è solo un palcoscenico storico, ma è anche un custode di leggende e miti che arricchiscono la sua identità. In primo piano troviamo Santa Maria Goretti, la santa di Corinaldo, una figura venerata con intensa devozione. Nata nel 1890, la storia di Maria è segnata da purezza e perdono, culminando con il suo martirio a soli undici anni. Canonizzata nel 1950, il suo santuario attira tanti pellegrini ogni anno, fungendo da punto di riferimento spirituale per gli abitanti e i visitatori.
Al centro del borgo, su una scalinata che conta 109 gradini, si trova il celebre Pozzo della Polenta, luogo emblematico di una delle leggende più amate del luogo. Si narra che un contadino, in una calda giornata d’estate, lasciò per caso cadere nel pozzo un sacco di farina di mais, innescando una serie di risate e scherni da parte dei passanti. Alla fine, il sacco rotto divenne il simbolo di abbondanza per Corinaldo, trasformando l’evento in un motivo di festa. Oggi, la Contesa del Pozzo della Polenta celebra questa storia, rievocando l’episodio con una vivace celebrazione culinaria.
Le leggende non finiscono qui, poiché Corinaldo ospita anche la casa di Scuretto, un ciabattino famoso per la sua passione per la vita e l’arte. Scuretto, con l’aiuto dei soldi inviati dal figlio emigrato in America, iniziò a costruire una casa, ma gusti diversi provocarono confusione. Questo aneddoto bizzarro mostra, come in tanti altri racconti, l’ironico spirito del popolo corinaldese, sempre pronto a ridere anche delle proprie disavventure.
Tradizioni gastronomiche: i sapori di Corinaldo
La cucina di Corinaldo è un’altra grande attrazione del borgo. Celebre per la sua semplicità e qualità, i piatti tipici rappresentano un viaggio nei sapori autentici marchigiani. Tra le specialità da provare ci sono i passatelli, il coniglio in porchetta e la carne cotta con finocchietto selvatico. Ogni piatto è una celebrazione della gastronomia locale, preparata con ingredienti freschi e genuini.
Dulcis in fundo, i dolci a base di mosto sono un’autentica delizia. Le ciambelle col mosto e gli “sciughi” sono imperdibili, così come i biscottoni chiamati “pecorelle di Corinaldo“, deliziosi dolci con un ripieno di mosto ristretto e cannella. Questi dessert sono particolarmente apprezzati durante le festività come la Befana.
Il territorio marchigiano è famoso anche per i suoi vini, e Corinaldo gioca un ruolo importante nel panorama vitivinicolo. Qui cresce il Verdicchio, uno dei vini bianchi più noti e premiati a livello nazionale. Insieme ai vini rossi come il Rosso Piceno e la Visciolata, i vini di Corinaldo sono la perfetta accompagnamento per ogni pasto.
Cosa visitare a Corinaldo: un itinerario da non perdere
Corinaldo è un luogo ricco di bellezze storiche e naturali da esplorare. Iniziamo dalla cinta muraria, che si estende per 912 metri e rappresenta un capolavoro dell’architettura medievale. Dotata di merli a coda di rondine, la cinta racchiude al suo interno storie di assedi e battaglie, compresi luoghi iconici come la Porta Nova e la Porta San Giovanni.
Tra le attrazioni principali, il Pozzo della Polenta si trova al centro della scenografica scalinata di Via Piaggia, un luogo simbolo della cultura locale. Non distante si trova il Santuario di Santa Maria Goretti e la sua casa natale, un perfetto esempio di vita contadina del passato.
Per gli amanti dell’arte, la Civica Raccolta d’Arte “Claudio Ridolfi” offre un’interessante collezione di opere del pittore veneto. La Sala del Costume e delle Tradizioni Popolari, invece, presenta strumenti e vestiti storici, in un’affascinante testimonianza della vita quotidiana nel borgo.
Arrivare a Corinaldo è facile; situato a breve distanza dalla costa adriatica, è ben collegato. Per chi ama l’automobile, l’uscita più comoda dall’autostrada A14 è quella di Senigallia. Effettuando il percorso da Senigallia sulla SP Corinaldese, si possono ammirare paesaggi collinari spettacolari. Una passeggiata nel centro storico, magari soffermandosi nei ristoranti tipici per assaporare le prelibatezze locali, è un’esperienza da non perdere.