Viaggio, racconto, memoria: Ferdinando Scianna in mostra alla Casa dei Tre Oci

Gli appassionati di fotografia hanno ancora negli occhi le immagini, intense e significative, della bellissima mostra di Letizia Battaglia appena conclusa che già la Casa dei Tre Oci di Venezia ospita un’altra mostra memorabile, di uno dei fotografi italiani di maggior fama a livello internazionale, Ferdinando Scianna.
E’ un ritorno a Venezia per Scianna, presente già nel 2016 con le sue foto in un progetto sul ghetto di Venezia.
“Viaggio, racconto, memoria” è il titolo della mostra antologica di Scianna inauguratasi a fine agosto. Un titolo netto, essenziale e incisivo, che in sole tre parole condensa tutta l’essenza del lavoro di Scianna e la sua filosofia di fotografo.
Siciliano come la Battaglia, Ferdinando Scianna inizia a fotografare giovanissimo proprio nella sua terra, alla quale rimane sempre legatissimo. I suoi inizi fotografici sono legati alle tradizioni della Sicilia e alle sue caratteristiche feste religiose. Giovanissimo incontrò lo scrittore Leonardo Sciascia e da questo incontro nacque il libro “Le feste religiose in Sicilia”, con cui Scianna guadagnò subito il prestigioso premio Nadar.
I testi di Sciascia destarono molte polemiche per il punto di vista inconsueto e mai affrontato con cui venivano interpretate le feste religiose e le parole del grande scrittore trovarono il giusto sostegno nello stile delle fotografie del giovane Scianna. Uno stile che sin dall’inizio si manifesta in maniera decisa e personalissima e che rimane coerente in tutta la carriera del fotografo: chiaroscuri netti e taglienti, dettati dal sole della Sicilia, scala dei grigi estremamente ridotta, pochissimo spazio per sfumature e contrasti invece molto marcati.
Fa specie pensare a come la natura e l’ambiente in cui si nasce e si vive possano incidere sullo stile dei fotografi; a proposito mi viene spontaneo confrontare l’opera di Scianna con quella di un altro grandissimo fotografo, Luigi Ghirri, che invece ha fatto dei colori tenui, del gioco di sfumature, delle nebbie della sua terra, la pianura padana, la propria cifra stilistica. La Sicilia invece, con le sue asprezze e le sue contraddizioni, trova in Scianna un interprete fotografico d’eccezione.
Nel suo percorso fotografico Ferdinando Scianna ha alternato vari generi, dal fotoreportage giornalistico, collaborando con testate giornalistiche di grande prestigio, ai paesaggi, alle foto di moda: indimenticabile la sua campagna pubblicitaria per Dolce e Gabbana, con la modella-icona Marpessa a interpretare la sensuale femminilità tipica delle donne del sud.
In tutte le tappe del suo percorso, la personalità fotografica di Scianna rimane coerente a se stessa, dirompente e innovativa. Per quanto costruite, anche nelle foto di moda egli cerca sempre l’istante decisivo, non programmato, proprio dei grandi della fotografia, primo fra tutti il suo amico e mentore Henri Cartier Bresson.
Fu, infatti, proprio Cartier Bresson, incontrato a Parigi, a proporre la candidatura di Scianna all’agenzia Magnum, della quale fu il primo fotografo italiano a far parte.
Intellettuale profondo e acuto, Scianna ha sempre posto molta attenzione e dedicato molti dei suoi scritti al significato, alla filosofia, ai risvolti sociali che stanno dietro alla fotografia e che vanno al di là del semplice atto comunicativo e d’immagine. Frequenze Visive, l’associazione fotografica di Vigonovo sempre attenta a questi aspetti della fotografia, ha dedicato un’edizione del suo salotto letterario al libro di Ferdinando Scianna “Lo specchio vuoto. Fotografia, identità e memoria”.
La sua ricerca fotografica, come egli stesso dice, è sempre stata orientata all’individuazione di una forma nel caos della vita. E probabilmente è proprio la tensione di questa ricerca che rende le foto di Ferdinando Scianna uniche nel suo genere, inconfondibili e potenti nel riuscire a far leva sugli archetipi dell’osservatore e a rimanere impresse nella sua memoria.
La Casa dei Tre Oci offre un’occasione unica di conoscere a tutto tondo l’opera di questo grande fotografo attraverso la mostra antologica “Viaggio, racconto e memoria”, che durerà fino al 2 febbraio 2020. Frequenze Visive organizzerà una visita guidata alla mostra in ottobre.
Stay tuned!